Donne, una medicina tutta per sé

Medicina di genere: perché il corpo delle donne non è uguale a quello degli uomini. Poiché non basta una laurea per avere buon senso, e frizzi e lazzi sul femminismo che allunga le mani sulle pasticche per il mal di testa si sentono ovunque, arriva per fortuna all’interno di un simposio medico che si occupa di diabete, tumori, malattie rare, vaccini e nuove scoperte, una intera sessione dedicata alla “Salute delle donne” con ben otto incontri tra specialisti di diverse discipline e un convegno finale, al “Forum della sostenibilità e opportunità del settore salute”, in una affollatissima due giorni a Firenze.

Si è sempre guardato (anche) alla medicina come a cosa unisex, partendo dal corpo dell’uomo. Viene fuori invece – tanto per fare un esempio – che le donne mediamente soffrono di osteoporosi 15 anni prima degli uomini, mentre le malattie cardiovascolari si manifestano più tardi, 10 anni dopo, ma in maniera “esplosiva”. Altro che mestruazioni…

Della medicina per le donne si sa poco o niente, giusto quel che ci racconta la pubblicità. Messi da parte i problemi di bellezza (le ascelle maltrattate, i prodotti per il viso magnificati con parole magiche, ultima l’acqua micellare), dalla pubertà alla menopausa sappiamo che: le ragazzine hanno un gran prurito “là”, le giovani signore – oltre a fare un gran consumo di assorbenti igienici dalle forme più stravaganti -, sono affette da stitichezza o da “quel mal di testa”, quando l’età avanza troviamo belle e raffinate donne incontinenti la cui unica preoccupazione è il cattivo odore in ascensore, oppure che hanno la dentiera che balla, o il ginocchio sifolino per cui non riescono più a essere valide multitasking alle prese con la casa, i nipoti, le aspettative sociali. Un disastro! Massima solidarietà a quel signore (anche lui incontinente) che ci ha raggiunte nella TV di chi viene irriso per problemi di salute “di genere”.

Se siano pubblicità sessiste, offensive o semplicemente ridicole sta alla sensibilità di chi le guarda (ma alcune sono proprio offensive). Quella che manca è però una – necessaria – cultura diffusa sulla medicina al femminile. “L’adolescenza spesso è caratterizzata da problemi legati all’autostima, alla capacità di accettarsi, alla relazione con gli altri e con il cibo”, spiega Marco Gambacciani che, dopo una lunga esperienza a San Diego, dirige oggi un centro di eccellenza a livello internazionale a Pisa, dedicato alla salute della donna e soprattutto alla sua terza età: “Nella giovane donna – continua – è fondamentale il controllo anche vaccinale delle malattie sessualmente trasmissibili, la prevenzione oncologica, la salvaguardia della fertilità”. Poi, via via che il tempo corre, si apre l’ampio capitolo della tutela della gravidanza, fino ad arrivare alla terza età.

A fronte di 7 milioni di donne in età fertile, nel nostro Paese ci sono dieci milioni di donne in menopausa. E per loro il problema è innanzitutto la qualità della vita: sono gli aspetti che coglie al volo la pubblicità, che conosce i punti deboli che raramente le donne “confessano” al ginecologo.

Ma sono paure e vergogne da sfatare, intanto con la conoscenza: aiuta sapere che un terzo delle donne in menopausa – per quanto attivissime e lontane da pensionamenti – soffre di atrofia vaginale, e che questo provoca problemi a una grande maggioranza di loro nei rapporti intimi con il partner; aiuta soprattutto sapere che la medicina ha molte e semplici risposte a un problema che riguarda così profondamente la qualità e il benessere della vita e delle relazioni.

Anche perché tra i tanti dati ce n’è uno che rattrista assai: troppe donne decidono di “subire” (dolorosamente) il rapporto con il loro partner per la paura di sfasciare la famiglia, dopo una vita insieme. E torna in mente l’epoca lontana, e che speravamo sepolta, in cui le sposine indossavano camicie da notte con sopra ricamato “Non lo fo per piacer mio…”.