La Giornata della Memoria contro la vergogna di chi non si stacca da “quel” passato
Non potete non avere notato che la stessa Capo di governo regnante ha pianto in pubblico sull’orrore della Shoah (orrore pensato ed eseguito da coloro che la Capo di governo dichiara essere le sue radici) e quasi nello stesso giorno ha stabilito La Spezia “porto sicuro” per centinaia di naufraghi salvati a malapena da Medici senza Frontiere nel Mediterraneo centrale, condannandoli quindi a restare in mare giorni e giorni in più dopo essere appena scampati all’assideramento, all’annegamento, alla morte. Non potete non avere notato che in due fatti di immensa gravità e in circostanze storiche non confrontabili, una cosa si ritrova intatta: l’indifferente crudeltà verso esseri umani deboli e in cerca di aiuto, la persuasione che infierire su di loro sia la cosa giusta.
È un argomento triste che userò per dirvi, e dire alla cara amica Liliana Segre: non temete, questa memoria non si cancella. il momento richiede all’estrema destra italiana (amabilmente chiamata da molti colleghi giornalisti “destra – centro”) di esibire il pianto per un male senza carnefici, che è accaduto ma – questo sostengono in fondo – non è colpa di nessuno, nonostante che gli “uffici per la difesa della razza “fossero molto attivi fra la stessa gente. Ma sarà un momento breve perché l’antisemitismo è ben radicato e persino lo scontro che dilania il cristianesimo (con lo schieramento anti Bergoglio) ne è portatore.
L’invenzione della vittima
Questa non è una raccomandazione a non abbandonare il Giorno della Memoria, ma a ricordare che la sua forza è dovuta alla forza del giorno della vergogna, che torna ogni volta che tornano coloro che si riconoscono in quel tempo e in quel governo. Non dell’errore di pensare che ogni persecuzione sia la stessa, quella disegnata dalla follia di Hitler, la lotta senza limiti fra ariani ed ebrei. La Shoah resta unica e così come è accaduta, non potrà ripetersi. Ma ogni fascismo porta il suo progetto di discriminazione, disprezzo, regole di potere assoluto, necessità di punire. Ogni fascismo dovrà inventarsi la sua vittima, senza la quale non può impiantare il suo regime. La vittima avrà la sua persecuzione e le leggi assurde che servono alla persecuzione e che, ogni volta, vengono legate alla Patria, alla difesa della Patria. Di colpo le frontiere sono in pericolo e bisognerà rafforzarle sia identificando i traditori sia rafforzandone la difesa, e individuando in essa il principale compito dello Stato.
La Capo di governo regnante, attorniata e sostenuta dai membri amici del suo governo, ha individuato gli emigranti come colpevoli di tutto: hanno motoscafi costosi e veloci, che in quattro ore ti portano in Sicilia, hanno gommoni che affondano subito, di solito in contatto immediato con i soccorritori (taxi del mare), arricchiscono personaggi misteriosi e pericolosi come il magnate George Soros, ebreo ungherese che deve star lontano dal suo Paese, a cui aveva donato una grande università, ma è amico e sostenitore di migranti che sono nemici della Patria, e anche della stabilità economica dell’Europa che sta per essere invasa.
Come si vede le storie dei fascismi che tornano sono molto diverse ma si assomigliano tutte: invenzione del nemico, scelta della vittima abbastanza debole da perseguitare, uso di strumenti apparentemente legali: le nuove leggi del Paese, in cui si allarga, colpo per colpo, una serie di disposizioni capestro. obbligo assurdo e disumano per le navi che salvano i migranti affinché il salvataggio avvenga una volta sola, anche se la nave ha spazio e stazza adeguati.
Quando torna, il fascismo torna così, anche se avrà altri nomi e fingerà di essere un nuovo mondo.
Dunque vi prego di credere- anche come atto di fede – che il problema non è il giorno della memoria che si cancella ma è il giorno della vergogna che torna e viene salutato come fosse nuovo, mentre si accinge a rimettere al loro posto, come allora, le leggi che l’antifascismo aveva rimosso, credevamo per sempre. Dobbiamo ricominciare.
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