FCA-Peugeot crei
nuova occupazione
I lavoratori nel CdA
La fusione tra Fiat-Chrysler e Peugeot avviata con il via libera dei rispettivi consigli di amministrazione genererà nel 2021 la nascita del quarto gruppo mondiale dell’auto e il secondo in Europa. Il costituendo gruppo vedrà al proprio interno al lavoro 410 mila persone tra impiegati e operai: sarà tra i più grandi gruppi in uno scenario dell’automotive in grande trasformazione.
Quel cancello mezzo chiuso…
In questi anni abbiamo assistito ad una vera e propria rivoluzione su almeno tre fattori: mercato, tecnologie e assetti proprietari.
Se pensiamo all’Italia, gli stabilimenti Fca stanno lavorando con ‘il cancello mezzo chiuso’. Abbiamo una capacità istallata in grado di produrre 1,5 milioni di automobili. Ma in realtà i veicoli prodotti annualmente sono meno della metà, sotto le 700 mila unità. Dal nostro punto di vista, quindi, questa fusione deve servire a riaprire l’altra metà dei cancelli. L’operazione con Peugeot è indispensabile per avere le risorse finanziarie necessarie agli investimenti per un piano industriale che garantisca almeno la base occupazionale odierna. Molti lavoratori sono da anni costretti a vivere con gli ammortizzatori sociali. La fusione deve servire da un lato a salvaguardare chi è in fabbrica e dall’altro a spianare la strada all’ingresso dei giovani con le competenze necessarie ai cambiamenti tecnologici. Dobbiamo arrivare al momento in cui la fusione si completerà con un sistema adeguatamente potenziato e innovativo, riportando a regime la capacità degli impianti con produzioni ecosostenibili.
I dati dell’Anfia dimostrano che la grande capacità di Fiat-Chrysler è nel segmento di massa che oggi, fra ibrido, elettrico e guida autonoma, è quello portatore di grande innovazione. Per realizzare i volumi, quindi, è necessario investire anche in queste fasce di prodotto per generare le economie di scala necessarie a mantenere l’occupazione, in modo da sfruttare tutte le potenzialità della fusione con Peugeot. Inoltre, gli investimenti sui nuovi modelli nei segmenti premium e lusso si rendono necessari data la complementarietà con il costruttore francese.

Il governo non può essere un osservatore
Il settore automotive è centrale nell’industria italiana, il ruolo delle istituzioni è fondamentale come dimostrano le scelte dei governi dei paesi industrializzati di intervenire in modo deciso a sostegno.
Fino ad ora abbiamo registrato un comportamento non responsabile da parte del governo Conte. Gli esponenti dell’esecutivo si sono definiti degli ‘osservatori’, non prendendosi la responsabilità di avviare un confronto a tutto campo con le organizzazioni sindacali. C’è una sfida di cambiamento, e il governo deve svolgere un ruolo con l’obiettivo della piena occupazione e della salvaguardia di tutti gli stabilimenti.
La decisione presa da FCA e PSA di avere la partecipazione di due lavoratori nel nuovo Cda, uno per gruppo, è un fatto innovativo. Ma per rendere veramente democratica l’innovazione è necessario che siano le lavoratrici e i lavoratori ad eleggere i propri rappresentanti nel massimo organo di decisione della multinazionale.
C’è un vuoto legislativo sulla rappresentanza che deve essere colmato dal Parlamento. Accanto a questo è necessario un rafforzamento e un rinnovamento delle relazioni sindacali e dei diritti dei lavoratori nel contrattare la propria condizione. Innovazione, ambientalizzazione delle produzioni e delle auto, inclusione sociale e crescita occupazionale sono e saranno la ragione del nostro impegno con i lavoratori.
* Michele De Palma è segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive
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