La crisi ci chiede
più Politica
e più Stato
L’epidemia da coronavirus è stato uno shock per ogni livello della società: dalla sanità, all’economia, alle istituzioni politiche. Ma nella nostra analisi, proposta l’anno scorso, non a caso intitolata “Il ritorno della politica”, la pandemia esplosa in una remota provincia della Cina è stata “soltanto” fattore di intensificazione e accelerazione drammatica del cambio di stagione avvenuto nel biennio 2016-2018.
La domanda di intervento pubblico per governare finanza e mercati, la domanda di un potere sovra-ordinato al delirio di onnipotenza dell’individuo consumatore sovrano, la domanda di Stato nazionale protettivo in grado di imporre l’interesse generale alla sicurezza sociale, l’abbiamo riconosciuta in tutti i passaggi elettorali pre-Covid-19. Il lockdown globale ha imposto un’agenda già in essere e ha fatto saltare alcune coordinate della politica economica degli ultimi decenni. Ha costretto la classe politica a riscoprire e rilegittimare l’interventismo economico dello Stato, seppur il più delle volte solo per salvare le imprese, ha messo in luce le conseguenze dei tagli ai servizi pubblici, e ha rivelato le profonde ineguaglianze nella nostra società.
Al cuore di questa crisi c’è la questione del potere nell’era del capitalismo digitale, del controllo – privo di accountability – di pochi sugli asset primari, innanzitutto i dati di cittadinanza e le informazioni, prima e più della finanza. Una questione intrecciata, in un rapporto stretto di causa e effetto, alla domanda di protezione, non solo economica, sociale, sanitaria e ambientale, ma identitaria data “l’insicurezza ontologica”. Quindi, è forte quella domanda di Politica e di Stato che già lo scorso anno avevamo riconosciuto.
Su questi temi vorremmo che si aprisse una discussione. Noi di Patria e Costituzione e Senso Comune cominceremo a farlo nella nostra scuola estiva di politica che si svolgerà a Frattocchie dal 4 al 6 settembre. L’epicentro del confronto – al quale parteciperanno, tra gli altri, Giulio Sapelli, Monica Di Sisto, Massimo D’Antoni, Antonella Stirati, Andrea Orlando, Pasquale Tridico, Nadia Urbinati, Davide Crippa, Giovanni Dosi, Diego Ciulli, Cesare Salvi, Vladimiro Giacchè, Lucio Baccaro, Nino Cartabellotta – sarà proprio sul “Potere e protezione dopo il virus”. L’obiettivo è sviluppare un’analisi e una discussione su questo intreccio alla luce delle istanze e delle priorità che sono emerse durante questa emergenza. Per indicare le linee guida di una cultura politica e di un’agenda che possano diagnosticare e “curare” le insostenibili asimmetrie di potere e le pesanti diseguaglianze della società rese ancora più evidenti dal Covid.
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