In un film (fantasma) una strage dimenticata del Venezuela
E’ un momento cruciale per il Venezuela, è difficile prevedere che cosa succederà e come spesso accade l’esercito è la variabile che molto probabilmente determinerà il futuro del paese. Non mi interessa in questo momento di parlare della pilatesca posizione, ammorbidita dall’intervento del presidente della repubblica Mattarella, del governo italiano. Meglio non decidere ma rimandare per tirare a campare. Vorrei parlare della storia passata e di un film che sta scomparendo.
Il 29 ottobre 1988 si svolse nel piccolo paese di El Amparo nello stato del Apure al confine tra Venezuela e Colombia un massacro (El masacre de El Amparo) che ancora oggi non ha avuto totalmente giustizia. El Amparo è sul fiume Auraca che segna il confine. Un paese di pescatori. Era presidente del Venezuela Jaime Lusinchi. Il Venezuela era impegnato in operazioni militari contro i guerriglieri Colombiani. Il film El Amparo racconta quel giorno e i giorni successivi.
In Paese si sta organizzando una battuta di pesca nel fiume per vendere poi il pesce. Vengono presentati i personaggi che prenderanno parte alla battuta sul fiume. Si conosco tutti i loro nomi, sono 16 persone, in maggioranza pescatori, ci sono anche uno studente, un bidello. Alcuni sono di nazionalità Colombiana. Tutti i loro nomi, che è un cosa sacrosanta ricordare i nomi di chi viene ucciso, sono riportati nell’articolo di Attilio Folliero scritto a Caracas il 5 luglio 2017. (https://umbvrei.blogspot.com/2017/07/el-amparo-film-venezuelano-ispirato. html). Si vede la barca allontanarsi sul fiume e quattordici di loro non si vedranno più se non morti. Gli abitanti di El Amparo passate alcune ore cominciano a preoccuparsi. Finché sulle pagine dei giornali e alla televisione il generale Humberto Camejo Arias, coordinatore dell’operazione Anguilla III contro i guerriglieri, insieme con il colonnello Enrique Vivas Quintero e il direttore della famigerata DISIP, (Direccion de los Servicios de Inteligencia y Prevencion) la polizia segreta, Henry Lopez Sisco, annuncia che sono stati uccisi 14 guerriglieri alla frontiera con la Colombia. Stavano assaltando una caserma ma grazie allo sforzo eroico dei soldati sono tutti uccisi e vengono mostrate le immagini dei morti con vicino ai corpi delle armi, sul campo della cruenta battaglia. Un grande successo dell’esercito e del generale.
Il regista non mostra la strage, ma solo i corpi dei pescatori uccisi. E il generale che annuncia la vittoria. Il film si concentra su quello che succede nel piccolo paese di El Amparo. Lo sgomento, il dolore, l’incredulità. Lo sanno tutti che erano dei pescatori che non avevano armi. Sperano che qualcuno si sia salvato.
E cominciano anche i sospetti, magari non si trattava di andare a pesca, qualcuno voleva organizzare qualcosa di illegale, del traffico di droga. Chi è che ha organizzato il tutto? La colpa è chi ha organizzato il viaggio. Cominciano nei giorni successivi i litigi, le divisioni. Una cosa è certa: i morti sono 14, i partiti erano 16. Dove sono gli ultimi due che si chiamano José Augusto Arias e Wolmer Gregorio Pinilla? Ritornano al villaggio, sono feriti e vengono accolti dai paesani contenti. Ma, perché loro due, solo loro due, si sono salvati?
Sono loro che hanno organizzato tutto con l’esercito? E’ loro la colpa? Dopo poco tempo i due non si sentono più tanto amati nel villaggio. L’esercito, il generale, è venuto a sapere che ci sono due sopravvissuti alla brillante operazione dell’esercito. Vuole interrogarli il generale, e i due ed i loro pochi amici rimasti non si fidano. Gli altri abitanti li cominciano a vedere come un pericolo per la comunità. Arriverà l’esercito e chissà cosa succederà. Non è meglio che si consegnino ai militari? Il generale arriva nel paese e comincia ad offrire soldi ai parenti delle vittime, insiste che i due si consegnino. Ed alcuni degli abitanti i soldi li accettano, altri li rifiutano, la comunità è divisa. Con l’esercito non si scherza.
Questo è il momento centrale del film, le fratture che si creano nella comunità davanti alla paura, alla possibilità di guadagnare denunciando i sopravvissuti, rischiando una feroce repressione se non lo fanno. Ed ognuno si costruisce una sua giustificazione morale per prendere tempo, per giustificare le proprie decisioni. Il sospetto e la paura diventano la guida al comportamento degli abitanti. Anche tra alcuni dei parenti degli uccisi. I due sopravvissuti capiscono che è meglio fuggire per non essere consegnati all’esercito e probabilmente uccisi a loro volta. Fuggono all’estero. Con la loro fuga termina il film. E il punto di forza del film sono i volti, le espressioni, i comportamenti degli abitanti di El Amparo.
Sui titoli di coda qualche informazione su cosa è successo dopo nella “realtà”. Il 29 aprile del 1992 il Tribunale Militare ha dichiarato i 14 pescatori morti membri di un gruppo guerrigliero colombiano, assolvendo da ogni accusa polizia ed esercito, che secondo questa sentenza hanno agito in difesa della sovranità del paese. La sentenza è stata confermata anche in appello nel 1994.
Come racconta Falliero nell’articolo citato nel 1990 ricorso alla Corte Interamericana dei Diritti Umani della OEA (Organizacion de los Estados Americanos) la cui sentenza chieda al presidente Venezuelano Ramon J. Velasquez di punire mandanti e assassini materiali. Nessuno dei responsabili ha pagato sino ad ora. Lopez Sisco ha ottenuto l’asilo politico in Costa Rica. E’ sospettato di essere stato membro della CIA.
I due sopravvissuti dopo qualche anno sono tornati a vivere a El Amparo. Il film è stato visto e premiato in numerosi festival del cinema, anche in Italia. In Italia, al festival del cinema Africano, d’Asia e America Latina, svoltosi a Milano, ha ottenuto il riconoscimento del pubblico, vincendo il premio speciale.
Non è mai stato distribuito, né realizzato un DVD. E’ praticamente impossibile vederlo, a me è capitato di vederlo tra i film stranieri consigliati su un volo della Air France. E’ un vero peccato che sia un film quasi fantasma. Era il primo film del regista Venezuelano Rober Calzadilla.
El Amparo, regia di Rober Calzadilla, sceneggiatura Karin Valecillos. Attori: Rosanna Hernández, Vicente Peña, Aura Rivas, Jesús Carreño, Tatiana Mabo, Patrizia Fusco e Samantha Castillo, prod. Venezuela, Colombia, 2016.
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