Domenica 5 aprile 2020 siamo venuti a sapere che in un reparto c’era un caso di coronavirus. Temevamo di infettarci tutti, così abbiamo iniziato una protesta pacifica, con la battitura delle sbarre. Il giorno dopo, verso le 15.30, sono arrivati in reparto circa 300 agenti in assetto antisommossa, sono entrati in tutte le celle e ci hanno riempito di botte… Poi ci hanno scaraventato fuori le celle, 4 alla volta, e ci hanno massacrato finché non siamo arrivati giù, nel cortile. Poi ci hanno fatto risalire ed è ricominciato il pestaggio a ritroso: dal cortile alla cella. Ci dicevano ‘da oggi comandiamo noi, voi non siete più nessuno, siete la feccia della società’. La notte mi sveglio all’improvviso e rivivo tutto quello che è successo.
La denuncia di un detenuto vittima dei pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere
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