Il Pd di Schlein sulla strada giusta dei diritti, la Costituzione sia il suo albero della vita
La rinascita del Partito democratico non è stata repentina. La sua gestazione non sarà breve. Tuttavia, come nella natalità delle creature viventi, anche in questo caso i primi passi sono importanti. Elly Schlein sta mettendo il partito sulla strada giusta, nella giusta direzione. Il tempo di percorrenza per rendere il viaggio spedito e capace di vincere non sarà breve, ma la velocità sembra crescere strada facendo. Questo è il segno che la strada presa è quella giusta.
Inaugurata all’insegna dei diritti umani dei migranti e dei bimbi nati da coppie genitoriali non eterosessuali, la politica di Schlein si è gradualmente estesa verso i diritti alla salute e poi quelli detti di seconda generazione, cioè i diritti legati al lavoro, e infine a quelli ecologici, che il PD ha con determinazione abbracciato interpretando al meglio le direttive eco-sociali della Unione Europea. E, molto presto, si dovrà esprimere sui diritti fondamentali protetti dalla Costituzione della nostra Repubblica parlamentare, che questa destra vuole portare sul binario destabilizzante del presidenzialismo.
I diritti spina dorsale del PD
Quindi gli eguali diritti nella loro completezza – diritti civili, sociali-ecologici e politici – costituiscono la spina dorsale del PD. E’ questa la chiarezza che si sta dipandano giorno dopo giorno e che deve essere valutata positivamente. Ognuno di questi diritti impone una chiarezza di contenuti che non è facile da raggiungere e che può creare dissensi – nessun diritto viene infatti senza aprire una contesa sulla sua estensione e il suo significato. Parlare di diritti comporta parlarne con la consapevolezza che non sono mai definibili in maniera unanime. E non si deve neppure chiedere che ci sia nel PD un significato unanime. La nuova dirigenza del PD deve essere preparata a questo pluralismo. Non c’è altra strada se si vuol tenere la barra della politica democratica dritta, contro quella autoritaria.
Poiché è evidente che la distanza tra la maggioranza e l’opposizione si misura sui diritti, tutti i diritti e di tutte le generazioni. La destra conosce solo il potere dei simili, dei connazionali ai quali essa dà la “giusta” identificazione. Tutti gli altri, che siano cittadini italiani o non, sono tollerati e spesso umiliati. La destra non ha una cultura dei diritti. Solo la Costituzione ci garantisce. E sarà alla Costituzione che il PD dovrà legarsi come al proprio albero della vita. Costituzione e PD vivono insieme, e insieme possono o rafforzarsi o deperire. Per questa ragione, la strada degli eguali diritti è la strada giusta.
La prova del nove della riforma della Costituzione
Su questa strada altri viaggiatori si possono incontrare, e con loro decidere di fare lunghi o brevi tratti di strada insieme. Ma ciascuno cammina secondo la propria caratteristica. Ciò che conta è che la direzione di marcia sia comune. E questa direzione gli altri partiti dell’opposizione devono sceglierla autonomamente e mostrare di volerla tenere. A queste condizioni si possono fare brevi o lunghi tratti di strada insieme, prima di tutto per battere questa maggioranza, non solo in vista delle prossime elezione, ma in ogni singola proposta che riguarda questi diritti. Per questa ragione, sarà la posizione di fronte alla proposta di riforma della Costituzione a mostrare se tutti partiti di opposizione stanno percorrendo la stessa strada. Questa sarà la prova del nove.
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