Il Pci “processato”
e assolto: qui il video
della serata
San Mauro Pascoli ha processato il Pci nel centenario della sua nascita. Un regolare processo con tanto di requisitoria, arringa difensiva e verdetto emesso dal numeroso pubblico presente, munito di paletta con scritto da una parte “Colpevole” e dall’altra “Assolto”. Com’è finita? Non c’è stata storia, assoluzione quasi “bulgara”: 376 a 95. Per chi scrive fu invece molto più difficile, nel 2008, ottenere l’assoluzione di Togliatti quando la giuria era formata da “esperti”, e io immeritatamente tra questi. Finì, se male non ricordo, 4 a 3 per l’assoluzione. Una volta istituita la “giuria popolare” non ci fu storia, nel 2017, neanche per la Rivoluzione d’Ottobre, assolta con 420 voti contro 95 (la difesa era sostenuta da Luciano Canfora e Diego Fusaro e l’accusa da Marcello Flores e Maurizio Ridolfi)
Non che la località romagnola, capitale mondiale della calzatura e luogo natale di Giovanni Pascoli, sia fissata col comunismo: prima e dopo di Togliatti e della Rivoluzione d’Ottobre a San Mauro hanno processato Giulio Cesare, Machiavelli, Mazzini, perfino Garibaldi, la Romagna di Mussolini, la cucina romagnola… Siamo, ovviamente, sul filo che separa il serio dal ludico ma in un solido contesto scientifico ed accademico. E la data del 10 agosto, sempre quella da 21 anni, non è casuale perché coincide con la morte di Ruggero Pascoli celebrata dal figlio con una struggente poesia che chiunque ha imparato a memoria alle Elementari (“Ritornava una rondine al tetto, l’uccisero, cadde tra spini…”).
Insomma, argomentazioni dotte che il pubblico, poco meno di 500 persone in era Covid (sennò sarebbero state 650), ascolta con attenzione e giudica con alzata di paletta per determinare la colpevolezza o l’assoluzione dell’imputato. Il tutto sotto la regia di San Mauro Industria, l’associazione tra calzaturieri e istituzioni che promuove la scarpa, qui portata a regina del made in Italy ed eletta a oggetto del desiderio universale realizzata da industriali illuminati e innovativi.
Il Pci, dunque. Il 10 agosto ad accusarlo e a difenderlo c’erano, rispettivamente, Giuseppe Chicchi e Nadia Urbinati entrambi romagnoli e figli di queste terre. Il primo, Chicci (ex sindaco di Rimini, ex assessore regionale, ex parlamentare con una storia tutta di sinistra e origini extraparlamentari), nel ruolo di accusatore ha fondamentalmente usato la mancata autonomia del Pci da Mosca; la seconda, Urbinati (politologa, docente alla Columbia University, autrice di un numero sterminato di saggi) ha svolto una puntigliosa difesa del partito organizzatore della lotta al fascismo, artefice principale della Resistenza, difensore della democrazia. La presidenza del processo, come sempre, è stata affidata a Gianfranco Miro Gori, già sindaco di San Mauro Pascoli e ora presidente provinciale dell’Anpi di Forlì-Cesena.
Per guardare la serata (tranquilli, sono riprese professionali di Rete8 Vga Telerimini e il video è perfetto)
CLICCATE QUI.
All’inizio sentirete la poesia pascoliana X Agosto, giusto tributo al poeta cresciuto nella “Torre” che svettava sulla tenuta Torlonia di cui il padre Ruggero era amministratore e che ha sempre ospitato il processo.
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