Il nuovo “Atlante dell’infanzia a rischio” per viaggiare nelle diseguaglianze

L’Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children Italia, presentato a Roma e giunto ormai alla sua XII edizione, racconta quest’anno i possibili scenari futuri delle giovanissime generazioni, passate attraverso quasi due anni di pandemia da Covid -19. Lo fa cercando di indagare alcune sfide. La prima riguarda l’enorme e crescente campo delle diseguaglianze in un’Italia che ha visto aumentare il numero dei minori in povertà assoluta, cioè privi di beni e servizi essenziali, che hanno ormai superato quota un milione 350 mila.

Foto di Sasin Tipchai da Pixabay

Si tratta di una realtà senza precedenti, con situazioni molto più gravi al Sud ma che ha anche visto, nel 2020, crescere la percentuale di minori in povertà assoluta nelle zone del Nord più benestante, soprattutto tra le famiglie con figli di cittadinanza non italiana. Si tratta di divari che pesano enormemente anche nei processi educativi fortemente intaccati dalla pandemia e dalla “scuola da casa” che hanno, di fatto, bloccato l’ascensore sociale interno alla scuola, l’unico che ancora funzionasse. A fare la differenza sono anche la presenza del tempo pieno o della mensa scolastica.

 

Sempre meno nuovi nati

A Milano, nella scuola primaria il tempo pieno è presente quasi ovunque, in una città come Ragusa ne usufruiscono meno di 5 bambini su 100. Queste profonde diseguaglianze si innescano in un paese che ha registrato un drammatico calo nel numero di minori con 30% in meno di nuovi nati nell’arco degli ultimi dodici anni mentre è aumentata la quota di popolazione anziana. Invertire la rotta – avverte l’Atlante dell’infanzia a rischio dal titolo “Il futuro è già qui”, curato da Vichi De Marchi – significa dare sostegno alla genitorialità, fornire servizi, primi tra tutti gli asili nido di cui oggi usufruisce solo il 14,5 % dei bambini 0-2 anni, cioè 1 su 7, considerando quelli a gestione comunale, anche qui con enormi differenze territoriali con quote che oscillano dal 30 % di Trento e un misero 3% della Calabria.

Tra le sfide che analizza l’Atlante, vi è anche quella ambientale attraverso il racconto delle urgenze denunciate dai giovanissimi che pongono in cima alle loro preoccupazioni l’inquinamento dell’aria e i cambiamenti climatici. Ma ambiente significa anche sostenibilità urbana, verde cittadino, presenza di mezzi di trasporto, piste ciclabili. La realtà è che solo un quarto di bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni usa un mezzo pubblico o collettivo per andare a scuola. In Italia ci sono meno km di metropolitana della sola città di Parigi e per ogni nuovo nato, nel 2020, sono state immatricolate 3,5 auto. Quanto al futuro ambientale e climatico dell’Italia, l’Atlante fornisce interessanti proiezioni delle risorse idriche o del consumo del suolo, con una cartografia elaborata dall’Associazione italiana insegnanti di geografia.

La cittadinanza scientifica

Due anni di pandemia, di informazione e disinformazione, hanno posto all’attenzione di tutti il tema della cittadinanza scientifica. Come usufruire del sapere scientifico? In che modo democrazia e partecipazione si integrano con la scienza? Come partecipare alle decisioni in modo consapevole e informato? Anche queste sono sfide che l’Atlante dell’infanzia a rischio analizza e lo fa attraverso un’indagine condotta dell’Istituto Ipsos su un campione di 1000 ragazze e ragazzi dai 14 ai 17 anni.

Emerge che i ragazzi guardano con fiducia alla scienza. Circa 8 su 10 del campione Ipsos la giudicano un mondo aperto, basato su dati, coinvolgente e oggettivo, che è utile studiare. Non sempre la scuola coltiva questa curiosità. Accanto a esperienze eccellenti, altre non lo sono altrettanto e con il passare degli anni la scienza rischia di essere percepita dai ragazzi, soprattutto dalle ragazze, come materia difficile, molti non si sentono all’altezza. La scienza resta un affare maschile anche quando si tratta di dichiarare un’intenzione di accesso all’università a indirizzo scientifico. esclusa dal 26% dei maschi del campione IPSOS e dal 41% di femmine.

Ong e volontariato riferimenti dei giovani

Foto di Tri Le da Pixabay

Parlare di cittadinanza scientifica significa anche parlare di partecipazione e rappresentatività, di forme della democrazia tout court. Da chi vi sentite rappresentati? è stato chiesto ai ragazzi. Si sentono rappresentati soprattutto dalle ONG e dal mondo del volontariato (35%) o da movimenti come Fridays for Future o Black lives matter (27%), poco dai partiti politici (10%) ma poco anche dagli Influencers (19%) a cui forse il mondo adulto attribuisce un’eccessiva importanza scambiando i likes dei ragazzi per altrettante deleghe di rappresentatività.

Resta, però, anche l’incognita di una quota non piccola (26%) di minori che non si sente rappresentata da nessuno.
Molte le voci dei giovanissimi raccolte dall’Atlante e molti gli esperti interpellati a cui si affianca l’interessante analisi della rivista di letteratura per l’Infanzia Andersen attraverso una ricca bibliografia di letture per i più giovani su mondi futuri, distopici, improvvise fratture, cambi di rotta, sovvertimenti dell’esistente.
Infine la novità della libreria per questa edizione dell’Atlante che giunge sugli scaffali con l’editore Ponte alle Grazie restando, però, anche integralmente fruibile sul sito di Save the Children Italia.