Portland, il “muro
delle madri “ contro
le truppe di Trump

“Federali state alla larga … Sono arrivate le madri”. E’ il grido di battaglia con cui le donne di Portland girano per le strade nonostante la repressione delle forze federali Usa. Indossando magliette gialle, alcune con caschi da bicicletta o un ombrello, portando girasoli, migliaia di madri usano il loro corpo come scudo davanti ai manganelli, ai proiettili di gomma e ai gas degli agenti dispiegati nella città che da mesi porta avanti la protesta “Black lives matter”.

Le immagini di agenti che, senza un segno di identificazione, picchiavano e arrestavano arbitrariamente i manifestanti, caricandoli a forza in auto prive di insegne hanno spinto a mobilitarsi le donne nella più grande città nello stato dell’Oregon: così è nato il Muro delle Madri. Un modello orizzontale di protesta che si sta diffondendo in altre città del paese, come Chicago dove le madri, nonostante gli sfollagente, non sembrano disposte a ritirarsi.

Le truppe inviate da Trump

Le grandi manifestazioni contro il razzismo sono iniziate dopo l’omicidio di George Floyd e si ripetono a Portland da due mesi. Hanno avuto un’impennata quando il presidente Donald Trump ha deciso di inviare truppe in diverse città del paese per ristabilire la “legge e l’ordine” e sconfiggere “la sinistra radicale e l’anarchismo”.

La repressione è stata dura, le madri sono state colpite con violenza e messe in stato di fermo così come i loro figli e le loro figlie. A Portland le maschere antigas sono diventate essenziali e sono andate rapidamente esaurite, ma subito è partita una  produzione fatta in casa, con fusti di plastica tagliati. A fare da modello anche le tattiche dei manifestanti di Hong Kong, che usavano ombrelli come scudi per ovviare agli idranti, protezioni colorate ma insufficienti contro i proiettili di gomma.

La reazione delle donne

Bev Barnum 35 anni, madre di due figli ha raccontato ai giornali di essersi sentita chiamata in causa nel vedere gli agenti federali schierati come un esercito di occupazione contro i ragazzi di Portland. “Non sapevo come protestare, ma sapevo che bisognava fare qualcosa”, ha detto.  Così è partita da un appello via web. “Le madri sono spesso sottovalutate. Ma siamo più forti di quello che pensano. Cosa dite? Siete con me? Mi aiutereste a creare un muro di madri?”, ha chiesto Barnum  sui social network. La risposta è stata immediata. Il gruppo creato su Facebook ora raccoglie oltre 18mila utenti ed è stato aperto anche un sito internet per coordinare le azioni di lotta.

Desiree La Bella è uno dei volti più visibili delle mobilitazioni contro la violenza della polizia. Suo figlio Donovan, 26 anni, è stato gravemente ferito da proiettili di gomma all’inizio di luglio e ha dovuto essere ricoverato in ospedale per fratture al cranio e al viso. Purtroppo non è l’unico caso.

Faith Lightsy è stata colpita dai gas delle forze di sicurezza giorni fa. Non è stata risparmiata neanche sua figlia incinta, raggiunta da spray al pepe, mentre suo nipote è stato sfiorato da un proiettile di gomma. Lightsy ha caricato sul web  una foto con le due figlie e la nipote in una delle prime proteste a Portland. “Per favore, aiuta le nostre voci ad essere ascoltate e i nostri volti ad essere veduti – ha scritto – . Tre generazioni di donne di colore in lotta.”

La città più bianca del Paese

Jane Ullman direttore finanziario della Silicon Valley Bank, con sede a Portland, si è unita a tante altre mamme che ogni notte costruiscono una vera e propria barricata umana tra manifestanti e agenti federali. “Da donna bianca dell’alta borghesia nella città più bianca del paese, non ce la facevo più”, dice. “Volevo agire, agire contro quella violenza di stato. È stato il Muro delle Madri che mi ha permesso di uscire”, ha detto la Ullman all’edizione americana di The Guardian.

 Portland è davvero tra le città più bianche del paese. Secondo l’ultimo censimento  del 2019, i bianchi rappresentano il 77 per cento della popolazione e gli afroamericani solo il 5,8. Tuttavia, Black Lives Matter si fa sentire come in tutte le città del paese. E le donne guidano questo processo.

“I politici devono prima comportarsi come persone e quindi utilizzare il loro potere per promuovere l’uguaglianza e risolvere i problemi che la comunità nera deve affrontare”, ha detto una delle leader della protesta. Per le madri di Portland serve molto più di un cambiamento fatto solo di parole.