Il Corriere usa Galli della Loggia per delegittimare l’antifascismo
Al professor Galli della Loggia piace il partito di Giorgia Meloni. De gustibus non est disputandum. Sul fatto che abbia utilizzato l’editoriale di un giornale molto importante come il Corriere della Sera per propinare a Fratelli d’Italia un elenco di consigli e raccomandazioni in vista della sua inevitabile (pensa GDL) vittoria alle elezioni e del giorno in cui (pensa ancora GDL) inevitabilmente governerà l’Italia invece è discutibile, molto discutibile.
Ma il problema non è quel che pensa Galli della Loggia, cosa che è sinceramente abbastanza irrilevante. Il problema è perché quello che si ritiene, a torto o ragione, il più autorevole quotidiano italiano decida di uscire il giorno in cui l’Italia celebra la festa della Repubblica con un editoriale in cui si legge che nell’Italia di oggi “non ha alcun senso dirsi antifascisti”. E poi che “l’antifascismo odierno, qui ed ora, non è altro che la versione radicale di una posizione ideologica di sinistra. La sua evocazione serve unicamente per un’operazione di bassa cucina politica: e cioè per delegittimare qualunque posizione risulti sgradita alla ideologia di cui sopra; ovvero, quando ad evocarlo è qualche autorità ufficiale, è solo per guadagnarsi una legittimazione che si sa essere in pericolo. Tutto qui”.
Tutto qui un corno. Le frasi che abbiamo riportato sono precedute da un “personalmente ritengo che”, ma si tratta di un distinguo di comodo alquanto ipocrita che non scarica affatto la responsabilità di chi propala quel contenuto. Per dire: non crediamo che il Corriere se la sentirebbe di pubblicare l’editoriale di qualcuno che scrivesse: “Secondo me Galli della Loggia è un cretino”. Opinione – si ammetterà – molto più legittima che affermare l’insensatezza dell’antifascismo.
Insomma, non abbiamo la minima intenzione di entrare nel merito del pensiero politico di GDL. Anche se pensiamo che se proprio voleva dare qualche buon consiglio alla sua nuova beniamina avrebbe potuto scriverle una lettera o telefonarle piuttosto che ammorbare anche noi con argomenti, fra l’altro, di sconcertante banalità, l’evoluzione politica del professore non è affare nostro. È un affare nostro, invece, che il Corriere della Sera mentre l’Italia festeggia il settantacinquesimo anniversario della Repubblica nata dalla Resistenza antifascista si presenti con un editoriale che offende chi crede nei princìpi fondamentali della nostra Repubblica. Che ritenga di poter pubblicare in prima pagina l’affermazione secondo la quale non ha alcun senso dirsi antifascisti e che l’antifascismo serve per operazioni di bassa cucina politica cui si dedicherebbe “qualche autorità ufficiale”. Chi, professor Galli della Loggia? Il presidente della Repubblica? Perché non ha il coraggio di farne il nome?
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