Il contratto c’è (quasi)
il premier verrà (forse)

Goliardici abbracci e applausi, come alla fine della scuola, per salutare la conclusione della “scrittura della storia” che si stava trasformando in un incubo. La task force grillina e leghista che per giorni e giorni ha cercato di stendere un programma di governo tale da soddisfare l’inedita abbinata politica alla fine ha licenziato un testo. Quaranta pagine su cui c’è l’accordo di tutti. Solo sei i punti ancora da chiarire, i più delicati, su cui dovranno dare il necessario via libera i due leader. Certamente nel testo definitivo non si parla più di uscita dall’euro e di un qualunque referendum sull’argomento ma, piuttosto c’è il recupero di un rapporto con i partner europei con cui andrà verificata ogni futura iniziativa. Dopo la reazione dei mercati, dopo la risalita dello spread e la discesa della Borsa con Milano maglia nera in Europa, soltanto davanti all’ipotesi di un intervento sulla moneta unica o, addirittura, di un abbandono sarebbe stato suicida continuare sull’argomento. I soliti ricatti per Salvini. Il segno delle prime autentiche difficoltà per il Paese. L’Italia di nuovo sorvegliata speciale. Non solo dell’Europa.

E sarebbe stato improponibile presentarsi al Quirinale con un documento in cui ci fossero queste intenzioni. Il Capo dello Stato, che ha concesso più tempo per ottenere un testo organico, ora aspetta la stesura definitiva. Che diversa appare dalla bozza che lunedì scorso gli era stata portata ma che Mattarella, sorpreso e anche infastidito, non aveva voluto ricevere perché prerogativa del presidente è quella di valutare solo un testo definitivo. E una proposta di premier, possibilmente politico. E non perdere tempo prezioso con la brutta copia dei compiti.

Ora sembra che il tema sia stato messo in bella. Ma i problemi non sono finiti. Anzi per certi versi comincia adesso la parte più difficile. Quella di individuare il nome del premier e dei ministri di maggior peso. Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono riuniti ad oltranza. Entrambi hanno fatto un passo indietro ma poi bisognerà verificare quanto reggerà alla lunga questa decisione. Rimessa di nuovo in soffitta l’idea di una staffetta, anche se non tra i due leader, bisogna ora trovare un uomo (o una donna) credibile per realizzare il programma fatto da altri. E che lo faccia non mettendo in discussione la propria credibilità. Ma non si ammali di protagonismo. Lo stesso vale per i ministri, almeno quelli di peso. I nomi si rincorrono in uno stucchevole toto nomine. Ancora un po’ di tempo e si sapranno. Anche perché anche su questo argomento non si può andare a ruota libera ma la decisione deve essere presa in sintonia con il Capo dello Stato che, se i due partiti insisteranno sulle consultazioni della base on line, i Cinque Stelle e nei gazebo, la Lega, al Quirinale non chiederanno di essere ricevuti prima di lunedì. Ma non è detto. Questi giorni totalmente anomali rispetto a qualunque prassi consolidata, hanno fatto capire che previsioni è meglio non farne.

Comunque il testo c’è. Molto variegato. Ma è un governo del cambiamento. Argomenti in uscita e in entrata. Fuori l’euro dentro il vincolo di mandato e lo scorporo del computo del rapporto debito-Pil dei titoli di stato di tutti i Paesi europei comprati dalla Bce. L’immigrazione fa la parte del leone, due pagine su quaranta. La Lega vuole per sé il Viminale per gestire la questione. C’è il reddito di cittadinanza cui si affianca anche una pensione con lo stesso scopo, e la flat tax. La revisione della Fornero con modifiche delle regole per chi la pensione non ce l’ha e tagli a quelle oltre i cinquemila euro. Ci sono i vaccini e la Tav Torino-Lione. E la sospensione delle sanzioni alla Russia. Resta il Comitato di conciliazione, quell’organismo che nella prima stesura aveva il segno di un Consiglio dei ministri parallelo ed ora, invece, dovrebbe essere “un ponte tra Parlamento, Governo e forze politiche contraenti e sarà composto dal premier, dal ministro competente per materia, dai capigruppo e dai leader di Cinque Stelle e Lega”.

Resta da vedere quali saranno le coperture per tutte le iniziative proposte. E non è problema da poco.