Il capitalismo ha vinto, ma è malato. Vocazione predatoria e arroganza dietro la nuova crisi finanziaria

Ci risiamo. Il capitalismo americano ci presenta lo spettro di un’altra crisi finanziaria che dalla California minaccia i mercati internazionali e ovviamente anche la tenera Europa dove l’Ecofin “vigila” e il nostro ministro Giancarlo Giorgetti, il leghista che ha studiato, “monitora la situazione”. Allora siamo a posto.

Fallimento della Silicon Valley Bank, il più grande crollo di una banca Usa
Fallimento della Silicon Valley Bank, il più grande crollo di una banca Usa CFOTO / ipa-agency.net

Venerdì scorso il fallimento della Silicon Valley Bank (SVB), un istituto di credito che opera soprattutto nell’area dove nascono e muoiono i campioni o i brocchi della rete e del digitale, ha prodotto effetti pesantissimi negli Stati Uniti, che godono di un’economia più che brillante, e in tutto il mondo. Crolli delle borse, tensioni finanziarie, allarme per i sistemi bancari, paura per i correntisti, panico ai piani alti della politica.

La memoria di molti è tornata indietro di qualche anno, tra il 2007 e il 2008, al collasso finanziario partito sempre negli Stati Uniti con la crisi dei subprime, i mutui senza copertura piazzati a sottoscrittori che non potevano sostenere l’impegno. Obama era appena entrato alla Casa Bianca e si trovò in un mare di guai con la crisi delle banche, della finanza, delle assicurazioni che si estendeva all’industria, al lavoro.

Lehman Brothers, ricordate?

Foto di Johannes Geiger, Creative Commons

Fallì la Lehman Brothers, la banca che non poteva fallire. Le Autorità irrigidirono i controlli, l’amministrazione approvò nuove norme a tutela del regolare funzionamento dei mercati e per rispettare i risparmiatori, ma non sono servite a niente. Chi vuole fare soldi, sempre di più, a ogni costo, senza timori, non guarda in faccia nessuno e trascura regole, norme, sanzioni. E’ sempre stato così e chi oggi si sorprende dell’ultimo crack fa la parte di Biancaneve.

Una miscela di comportamenti predatori, di arroganza e anche di stupidità caratterizzano questa ultima vicenda, ma non è una formula nuova, ricalca quanto già successo con l’”Euforia irrazionale” a cavallo del nuovo secolo, con la truffa e il fallimento di Enron che mise sul lastrico migliaia di lavoratori e pensionati, con la rapina di Madoff ai miliardari newyorkesi. Ogni volta la politica e i controllori rassicurano, garantiscono che non succederà più. Ma poi il dramma si ripete, sempre uguale. I pirati di Wall Street hanno il potere e la capacità di aggirare le leggi, di superare le nuove norme, di riverniciare continuamente una credibilità inesistente. Ma il denaro è una tentazione irresistibile.

Il fallimento della Silicon Valley Bank

La Silicon Valley Bank è stata strozzata da investimenti azzardati e dalla stretta monetaria della Federal Reserve. Aveva bisogno di trovare subito oltre 2 miliardi di dollari per riequilibrare una perdita di circa 1,8 miliardi sul mercato obbligazionario. Con un patrimonio superiore ai 200 miliardi di dollari la SVB ne aveva oltre la metà investiti in bond a lunga scadenza e quando la Federal Reserve ha iniziato ad alzare i tassi di interesse, e non ha ancora finito, il patrimonio è crollato. La banca non è stata in grado di far fronte alle normali richieste dei clienti, dei correntisti, spesso start up o imprese appena decollate. Casse in via di svuotamento, fino al default. Con tutte le conseguenze maturate nello scorso week end e deflagrate sui mercati mondiali.

L’amministrazione Usa corre ai ripari e ci mette i soldi. Il presidente Joe Biden assicura che le perdite delle banche “non saranno a carico dei contribuenti americani, il sistema bancario è sicuro. I depositi dei cittadini saranno lì quando ne avranno bisogno”. Il governo ha assicurato che tutti i correntisti delle banche fallite riavranno i loro soldi, inclusi coloro che avevano depositi superiori ai 250mila dollari, non garantiti per legge. Non tutelerà, invece, gli investitori.

Sono attese altre misure per rafforzare il sistema bancario, tra cui un piano interbancario di prestiti per i gruppi in difficoltà coordinato dalla Federal Reserve. La sicurezza di Biden è messa a dura prova dai fatti perché dopo la SVB anche la Signature Bank ha sospeso l’attività, mentre alcune banche regionali come la First Republic sono a rischio. Il messaggio della Casa Bianca non ha prodotto grandi risultati.

In Italia e in Europa precipitano le borse

In Europa e in Italia le borse sono precipitate. L’Ue e il nostro governo assieme alle autorità monetarie hanno profuso serenità e ottimismo sul superamento di questa crisi bancaria e finanziaria. Il sistema bancario è sotto pressione anche se le nostre banche hanno chiuso il 2022 con profitti record. Ma questa scossa arriva in un momento delicato, i tassi di interesse sono ancora in salita, una linea stigmatizzata anche dal Governatore Ignazio Visco, abbiamo un’inflazione ancora elevata sebbene sotto i massimi, mutui e finanziamenti costano di più. E poi abbiamo un debito pubblico record di 2762 miliardi di euro, il 134 per cento del Pil. Che fare?

Giorgia Meloni e il governo dei patrioti sono felici perché l’ultimo Btp tricolore ha avuto un grande successo anche tra i risparmiatori italiani premiati con interessi più alti. E alla fine chi paga? Sempre i soliti cittadini. Speriamo che ci vada bene.