I poveri fanno
troppa paura

Il Mediterraneo alla deriva.

Le onde sempre più alte, più nere.

Gli occhi da animali feriti

dei bambini pigiati nella stiva.

I poveri fanno troppa paura.

I poveri sono spazzatura.

Dalle onde si alza una brezza.

I poveri fanno troppa tristezza.

Vogliamo metter fine agli sbarchi.

I cieli si abbasseranno sul mare.

Rovesceremo in acqua i carghi:

uomini ragazze donne bambini.

I poveri creano imbarazzo.

I poveri portano malattie.

I poveri devono andarsene.

Con i loro stracci, le loro scarpe.

Il grido dei richiedenti asilo

sarà ricacciato in gola, morto.

Innalzeremo un muro sull’acqua.

Ma a nessuno vogliamo far torto.

Non riuscivamo più a sopportarli.

Rovinavano i telegiornali.

I poveri non sono mai di moda.

Rondini? Sono topi senza coda.

Topi senza ali, senza sorriso.

Ti fanno vergognare di esser vivo.

Le leggi dell’uomo? Quelle del mare?

Topi neri e tristi, annegate!

Presto chiuderemo tutti i porti.

No, non conteremo mai più i morti.

A chi alzerà preghiere al cielo

diremo: Non c’è nulla di atroce.

Cadaveri sui moli? Sulle rive?

Anni fa migrare toccò a noi.

Oggi migrare tocca a loro.

E’ così difficile da capire?

Belli, brutti il mondo è di tutti?

Il mondo non è di uno solo?

Bianchi, neri il mondo è di tutti?

Il mondo non è solo di alcuni?

Diremo: Non c’era altro da fare.

Diremo: Non volevamo far torti.

La schiuma aggrappata agli scogli.

I poveri di oggi, quelli di ieri.

I vivi sono troppo difficili

da smaltire, meglio i poveri morti.

A chi alzerà al cielo un dito

diremo: Creavano disordini.