Germania, l’occhio
dei servizi segreti
su neonazisti e i novax

Il primo giugno del 2019 Walter Lübke, presidente del distretto di Kassel, cristiano-democratico, viene ucciso dal neonazista Stephan Ernst per aver tradito il “sangue tedesco” favorendo l’integrazione degli immigrati. Il 9 ottobre dello stesso anno a Halle, in Bassa Sassonia, Stephan Balliet armato con un fucile e una telecamera che riprende in diretta la sua impresa per facebook cerca di far irruzione in una sinagoga gridando “gli ebrei sono colpevoli di tutto”, poi uccide una passante e un ragazzo in un bar vicino. Il 19 febbraio del 2020 Tobias Rathjen a Hanau, vicino a Francoforte, entra sparando in diversi locali turchi e uccide nove persone. Poi torna a casa, ammazza la madre e si spara. Sui social media ha motivato la strage con necessità di “ripulire” la Germania dai musulmani e di punire i tedeschi che hanno svenduto la patria agli stranieri.

I funerali delle vittime di Hanau

Sono i tre episodi che hanno scosso profondamente l’opinione pubblica cui fa riferimento l’ultimo rapporto reso pubblico dal Bundesamt für Verfassungsschutz (BfV), l’Ufficio federale tedesco per la protezione della Costituzione, ovvero il servizio segreto interno, per sottolineare la pericolosità dell’estremismo di destra in Germania. Nel rapporto si legge che i reati con una matrice di estrema destra sono stati nel 2020 oltre 13 mila, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente, che le dimostrazioni in cui s’è fatto uso di simbologia eversiva sono aumentate del 25% nonostante le restrizioni per la pandemia (il che non deve stupire, come vedremo) e che il potenziale dei tedeschi che sarebbero pronti ad atti di eversione è salito a 33 mila soggetti.

Capacità di penetrazione

Fin qui i numeri. Ma per avere un’idea della forza e della capacità di penetrazione del neonazismo in Germania vanno citati almeno altri due dati. Il primo è che l’eversione potenzialmente violenta si è radicata anche dentro un partito che pure cerca di darsi un’immagine “in doppio petto”, siede con altri partiti della destra radicale (anche la Lega italiana) nel gruppo di Identità e Democrazia (sic) al Parlamento europeo, raccoglie un buon 10% dei consensi tra gli elettori ed è rappresentato nel Bundestag: Alternative für Deutschland. All’interno di AfD esiste una corrente, detta “der Flügel” (l’ala) stretta intorno ai circoli völkisch (popolari o forse meglio: populisti) del leader del partito della Turingia Björn Höcke, che dal marzo del 2020 è definita dal BfV “sicuramente dedita a iniziative contro il libero ordinamento democratico”. C’è poi l’organizzazione giovanile “Junge Alternative” che è anch’essa sotto osservazione dei servizi di sicurezza per l’atteggiamento eversivo, razzista, xenofobo, negazionista dell’Olocausto e “nostalgico” dei suoi dirigenti.

Manifestazione di AfD

Il secondo dato riguarda una certa capacità di penetrazione delle ideologie di estrema destra nelle forze armate e nella polizia. Ha fatto sensazione, nel luglio scorso, la decisione della ministra della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer  di sciogliere uno dei quattro reparti del KSK, il corpo delle forze speciali che partecipa a diverse missioni all’estero, dopo che erano diventati di pubblico dominio atteggiamenti scandalosamente contrari all’ordinamento democratico. La ministra, poi, ha ordinato che i capi del corpo modifichino radicalmente i criteri dell’arruolamento, dell’addestramento e del comportamento degli ufficiali prima di essere autorizzati a partecipare a qualsiasi esercitazione o missione militare internazionale. Sono numerosi, inoltre, i casi usciti allo scoperto di infiltrazioni nelle forze di polizia e negli apparati di sicurezza. In un rapporto reso pubblico nell’ottobre dell’anno scorso dal ministero federale dell’Interno si citano 319 casi sospetti venuti alla luce dal 2017 in poi e da un’indagine del servizio di informazioni del ministero della Difesa risultano nello stesso periodo 1.064 casi di connivenza di appartenenti agli apparati militari con formazioni della destra estrema.

Lo scioglimento di 99 gruppi eversivi

Com’è organizzata la galassia dell’estremismo di destra nella Repubblica federale e quali misure, politiche e giudiziarie, vengono attuate per contrastarlo? Dagli anni ’50 ad oggi a livello nazionale sono state proibite e sciolte d’autorità dal ministero federale dell’Interno 22 formazioni che violavano le leggi che proibiscono la ricostituzione del partito nazista o il negazionismo storico (negare l’Olocausto in Germania è un reato) o minacciavano concretamente l’ordinamento democratico dello stato. Anche l’utilizzo di simboli che richiamano il nazismo, come la svastica, le rune, le bandiere di guerra, le insegne delle SS e così via, sono proibite in tutta la Repubblica federale e il loro utilizzo viene, almeno in teoria, punito anche se avviene nell’ambito di manifestazioni autorizzate. Altri 77 tra partiti, gruppi e gruppuscoli sono stati sciolti dalle autorità dei 16 Länder che compongono la Repubblica. Si va dal Partito socialista del Reich alla Gioventù vichinga all’associazione per il sostegno ai condannati per negazione dell’Olocausto alla Lega degli Studenti Nazionali al Terrorcrew dei Lupi Bianchi alle Sturmbrigaden e via delirando.

Simboli neonazisti proibiti in Germania

Ben più consistenti sono i problemi con l’estremismo di destra organizzato e, almeno per il momento, legale. Abbiamo detto delle componenti più eversive all’interno di AfD: der Flügel e l’organizzazione giovanile. Poiché in Germania i partiti sono enti pubblici e sono tenuti a rispettare regole di correttezza istituzionale al loro interno, alcuni tribunali hanno imposto ai dirigenti di Alternative di reprimere le manifestazioni illegali degli aderenti a queste componenti del partito. Non pare, però, che le raccomandazioni siano state seguite. Rappresentanti di AfD, soprattutto nei consessi locali, i consigli comunali ma anche quelli distrettuali e talora i parlamenti regionali, continuano a fare ostentazione di comportamenti, discorsi e simboli eversivi o “nostalgici” e spesso ne debbono rispondere in tribunale.

Alternative für Deutschland, comunque, è ormai un partito stabilizzato, presente in quasi tutte le assemblee parlamentari, dai consigli regionali al Bundestag al Parlamento europeo e che vuole dare di sé l’immagine di un rispettabile partito di destra, sovranista, nazionalista, anti europeo, avverso all’immigrazione ma non eversivo dell’ordine costituito. Chi vuole fare confronti con i partiti italiani si accomodi, con l’avvertenza, però, che in Germania AfD è isolata politicamente, non è corteggiata neppure dalla destra più conservatrice e le pochissime volte che a livello locale si sono tentate improvvide alleanze è stato scandalo e alla fine non se ne è fatto nulla.

I partiti consolidati

Diversi sono i casi di tre partiti che si collocano decisamente fuori dal sistema e non hanno alcuna intenzione di indossare il doppio petto. Vediamoli.

La NPD, Nationaldemokratische Partei Deutschlands, è il più antico partito di destra estrema in Germania. Esiste dal 1964, quando raccolse l’eredità del Partito Socialista del Reich esplicito continuatore del partito nazista che era stato messo al bando, insieme con i comunisti, dal governo di Adenauer negli anni ’50. Toccò il suo massimo di consensi nel 1969, quando mancò di poco il superamento della soglia del 5% necessaria per entrare al Bundestag ma ottenne rappresentanti in diversi parlamenti regionali. Negli anni successivi ha avuto un lento ma inarrestabile declino e oggi non è rappresentato in alcuna assemblea legislativa, pur se fino alla scorsa legislatura ha mantenuto un seggio al Parlamento europeo (conquistato in seguito al non riconoscimento da parte della Corte di Giustizia della regola dello sbarramento tedesco). Secondo l’ultimo rapporto del BfV conterebbe oggi su non più di 3500 iscritti in tutta la Germania.

Un soprassalto di vitalità la NPD lo ha trovato, come altre formazioni d’estrema destra, nella partecipazione alle manifestazioni, numerose e relativamente affollate dell’agosto 2020 a Berlino e del novembre a Lipsia, dei novax tedeschi, le cui posizioni sono state molto propagandate dal giornale del partito Deutsche Stimme. Un flop totale si è dimostrata, invece, la campagna “Schafft Schutzzonen” (create zone protette) con la quale si chiamavano i cittadini ad opporsi agli insediamenti di “pericolosi delinquenti” immigrati. La campagna non solo non ha avuto alcun successo, ma è costata un buon numero di denunce per diffamazione ai militanti e ai dirigenti del partito. Un brutto colpo è arrivato nel luglio del 2019 dal parere congiunto del Bundesrat, del Bundestag e del governo federale con il quale la NPD è stata esclusa dal finanziamento pubblico dei partiti.

 

La Rechte (la destra) è un piccolo partito, presente soprattutto in Renania, di ispirazione antisemita, anti-islamica e nazionalista. Uno dei suoi due capi, Sascha Krolzig, nel febbraio del 2018 è stato condannato a sei mesi di carcere e a una multa salata per aver insultato come “sfacciato ebreo” (freche Jude era l’epiteto usato dai nazisti) il presidente di una comunità israelitica. Su di lui pende anche un procedimento della Procura federale per propagazione di odio razziale. Il partito ha ottenuto un misero 1,2% alle elezioni comunali in Renania-Westfalia e ha cercato un po’ di notorietà lanciando una campagna “internazionale” per la liberazione della “prigioniera politica” Ursula Haverbeck, condannata per aver propagandato tesi negazioniste dell’Olocausto.

Razzismo sulla copertina di Deutsche Stimme

La Rechte fa parte della rete internazionale di gruppi che combattono l’immigrazione che si autodefinisce “Fortezza Europa” e che ebbe qualche momento di notorietà anni fa quando inviò una nave nel Mediterranbeo a intralciare i mezzi delle ONG impegnate nel salvataggio di naufraghi. I militanti della Rechte partecipano con le loro bandiere a tutte le manifestazioni dei novax.

Der III. Weg (la terza via), che si richiama ai movimenti della “terza posizione” presenti anche in altri paesi, compresa l’Italia, vuole rappresentarsi come erede del “nazismo di sinistra”, popolare e attento ai valori sociali. La sua ideologia “völkisch” ripudia la democrazia ed è volta al recupero della “sostanza biologica del popolo” sulla quale si dovrebbe costruire un “socialismo tedesco” fondato sul primatismo ariano, sull’antisemitismo e la xenofobia. I suoi esponenti sono tutti negazionisti sia dell’Olocausto che della scienza e tutti – è una costante dell’estrema destra tedesca – sostenitori delle tesi dei novax.

Altre formazioni di estrema destra non sono organizzate in veri e propri partiti, ma sono comunque sotto osservazione per le loro attività eversive. Come il Reichsbürgerbewegung, i cui aderenti non riconoscono l’esistenza come stato della Repubblica federale e si ritengono cittadini del Reich, nella sua versione imperiale o in quella hitleriana. O come Pegida, Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes (europei patriottici contro l’islamizzazione dell’Occidente), movimento che ha avuto una notevole notorietà organizzando riuscite manifestazioni contro gli immigrati islamici soprattutto a Dresda.