Germania, la crisi Cdu
alimenta la prospettiva
dell’alleanza
rosso-verde
La CDU subisce un salasso di voti preoccupante, punita dalle defaillances che hanno compromesso nelle ultime settimane una strategia anti-covid che in passato era stata invidiata dal resto d’Europa. Angela Merkel – dicono – è stanca e delusa. Nell’ultimo congresso è riuscita a far vincere il candidato suo e dell’ala più popolare e meno liberista del partito, Armin Laschet, genuino erede della tradizione cattolico-renana, ma forse è stato l’ultimo guizzo politico della supercancelliera. Poi sono arrivati i guai: uno scandalaccio in fatto di conflitto d’interesse in forniture di materiale sanitario che ha coinvolto il suo partito fino ad almeno tre deputati piuttosto conosciuti. E poi i segnali che la macchina delle vaccinazioni si andava inceppando. Un peccato che di questi tempi non può essere perdonato. Qualche osservatore fa notare che sulla dimensione del calo cristiano-democratico nei due Länder in cui si è votato domenica, il Baden-Württemberg (-2,9%) e la Renania-Palatinato (-4,1) ha pesato probabilmente il fatto che, causa pandemia, molti elettori sono rimasti a casa, soprattutto i meno giovani in genere meglio disposti verso il partito conservatore, ma la botta c’è stata e, quel che è peggio, si sono aperti scenari che per l’Unione dei partiti democristiani (la CDU e la bavarese CSU) sono abbastanza plumbei.

Ora, infatti, tutti gli occhi sono puntati su Winfried Kretschmann, il presidente verde del Baden-Württemberg che ha trascinato il suo partito alla vittoria: dal 30,3 al 32,6%. Kretschmann sarà Ministerpräsident a capo del governo di Stoccarda per la terza volta: la prima ha governato con la SPD, la seconda con la CDU, con chi governerà la terza? Si dice che voglia tentare la strada della Ampelkoalition, ovvero la coalizione semaforo che metterebbe insieme il verde dei Grünen, il rosso della SPD e il giallo dei liberali della FDP. Insomma: tutti i partiti democratici meno la CDU e la Linke, che a Stoccarda e dintorni praticamente non esiste.
Coalizione Semaforo
La prospettiva di una rinnovata alleanza tra i Grünen, in ascesa ormai chiara e consolidata da tutte le prove elettorali, e la SPD ha guadagnato domenica qualche chance dalla tenuta, tutto sommato apprezzabile, dei secondi. La SPD nel Baden-Württemberg è scesa all’11% perdendo un punto virgola sette: niente da festeggiare, ma molto meno rispetto alle emorragie registrate in tutte le ultime elezioni regionali. Nel Palatinato, invece, Malu Dreyer, la presidente socialdemocratica alla guida di una coalizione con Verdi e liberali, ha avuto un buon successo personale mantenendo il primato del suo partito, che ha lasciato sul campo meno dello 0,5% dei voti raccolti in un’altra, meno disastrata, stagione politica.

Le prospettive di un allargamento delle alleanze rosso-verdi cominciano a diventare un serio segnale di preoccupazione per i partiti conservatori. Non tanto per l’estromissione dal potere nel Baden-Württemberg, Land pure importante, ricco, popoloso e con un possente apparato industriale, ma per la comparsa all’orizzonte nazionale di un incubo finora puramente teorico: un possibile governo federale senza la CDU. Uno scenario che potrebbe diventare realtà se gli orientamenti emersi domenica tra Stoccarda e Magonza (capitale del Palatinato, che fu il feudo elettorale di Helmut Kohl) dovessero affermarsi a livello federale nelle elezioni nazionali del settembre prossimo. Il vicecancelliere e ministro socialdemocratico delle Finanze Olaf Scholz il fantasma della Ampelkoalition a Berlino l’ha evocato apertamente. Correndo un po’ troppo, forse, ma…
Che in casa democristiana le paure stiano montando, d’altronde, è testimoniato anche dalle aperte critiche alla linea politica incarnata da Laschet, giudicata troppo “di sinistra”, che sono venute da diversi esponenti dei vertici della CSU, i quali sarebbero pronti a ingaggiare la battaglia per portare alla candidatura alla cancelleria il loro leader Markus Söder al posto del pupillo di Frau Mekel.
Le paure dei partiti dell’Unione sono un po’ mitigate, va detto, da quanto è accaduto alla loro destra, dove Alternative für Deutschland ha subìto un provvidenziale ridimensionamento passando dal 15,1 al 9,7% in Baden-Württemberg e perdendo più di 4 punti percentuali in Renania-Palatinato. Una débâcle che conferma la crisi delle forze sovraniste e ultranazionaliste nell’Europa alle prese con la tragedia dell’epidemia.
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