A Genova non c’è un senso di precarietà. C’è un senso di attenzione, costante, di cautela. Di prudenza, questo sì. Non erano vite precarie, quelle intorno al cavalcavia, erano vite attente. Come le vite di chi è costretto ad abitare a Begato 3 o tra le speculazioni della periferia, anche se preferirebbe vivere a Villa Scassi o su una spiaggia, come tutti. Ma non sono vite precarie, le loro. Sono le porcate che rendono le vite precarie.
Maurizio Maggiani
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