“Garofani rossi” e canti di lotta
pensando a Mario Dondero

Tornare a guardare alla Storia dell’umanità fotografandone, attraverso le musiche che ne hanno sottolineato i tempi della presa di coscienza, speranze e aspirazioni di riscatto sociale. E soprattutto facendo proprio il punto di vista di chi – forte di una consapevole visione politica – ha deciso di essere attore della propria vita rifiutandosi di continuare a subirne passivamente gli effetti.

Resistenze e rivoluzioni

È questa la proposta di “Garofani Rossi”, progetto discografico di Daniele Di Bonaventura Band’Union. Autoprodotto dallo stesso Di Bonaventura e destinato ad essere venduto a fine concerto a scopo promozionale, ora esce finalmente dall’ombra della semiclandestinità assumendo la dignità di disco pubblicato da Tǔk Music Reloaded.
«Il progetto è nato con l’idea di raccogliere i canti e le musiche delle resistenze e delle rivoluzioni del mondo», spiega Di Bonaventura. «Sono partito da “Bella ciao” per allargare lo sguardo ad altri canti e inni simbolo delle rivoluzioni del mondo e che rappresentano altrettanti momenti e svolte politiche sociali importanti per molti paesi».
Con la voglia di ampliare il raggio d’azione, spaziando da Nord a Sud alla ricerca “di qualità e interesse per la melodia e con un occhio al sound particolare della Band’Union. «Il suo carattere folk ed etnico riesce a caratterizzare meravigliosamente questo tipo di musica», restituendo intatte emozioni finalmente ripulite dalle troppe incrostazioni retoriche accumulate negli anni.

Canti e simboli

Alla canzone partigiana se ne aggiungono altre. Da uno dei simboli della resistenza dei repubblicani spagnoli, “El Quinto Regimiento”, a quel “El pueblo unido jamàs serà vencido” famoso durante gli anni della presidenza Allende e poi diventato inno di speranza per chi lottava per un ritorno alla vita democratica sotto il tallone della sanguinaria dittatura militare.
E ancora “Hasta la victoria” del poeta e musicista uruguayano Anibal Sampayo, la cubana “Hasta siempre comandante” scritta da Carlos Puebla per arrivare a “Grandola vila morena”, canzone la cui messa in onda dalla stazione di “Radio Renascença” diede inizio alla Rivoluzione dei Garofani il 25 aprile 1974. Poi ancora il ricordo della rivoluzione messicana del 1910 con “El soldado de levita”.
Gli arrangiamenti di Daniele Di Bonaventura lasciano il giusto spazio al dialogo. La sua fisarmonica si alterna alla guida con la chitarra a 10 corde di Marcello Peghin, o intreccia il racconto con le architetture sonore delle percussioni di Alfredo Laviano e del contrabbasso di Felice Del Gaudio. Insieme rileggono meravigliosamente “Fischia il vento”; emozionanti quando cedono il passo ai bassi per poi riprendere in mano la melodia de “L’Internazionale”.  A chiudere un riuscitissimo “Canto dei lavoratori”, con Di Bonaventura al piano.

Per Mario Dondero

Espressamente dedicato a Mario Dondero «grande persona e mio amico che come fotografo ha raccontato per immagini i più importanti eventi culturali e politici degli ultimi cinqunt’anni, e che ha vissuto personalmente da giovanissimo partigiano la Resistenza durante la seconda guerra mondiale» come scrive Di Bonaventura, “Garofani Rossi” è disco volutamente e consapevolmente schierato schierato, come sarebbe piaciuto allo stesso Dondero.

All’interno il libretto contiene brevi cenni storici di ognuna delle canzoni rivisitate e in copertina un famoso scatto del fotogiornalista: “Rivoluzione dei garofani 1974”. Da avere, e da ascoltare per ritrovare una memoria ancora condivisa ma troppo spesso data per scontata.