Decreto Cura Italia,
ecco le misure
per tutelare il lavoro

In questi giorni stiamo affrontando una emergenza inedita, che sta mettendo tutti a dura prova per fermare la pandemia del «Coronavirus» che ha colpito il nostro Paese, ma che con il passare dei giorni si estende e contagia sempre più persone anche nei luoghi di lavoro.

Francesca Re David

A tutti i cittadini viene detto di stare a casa, ma poi si chiede ai metalmeccanici di andare a lavorare. Non si capisce come stiano insieme le due cose. I provvedimenti dovrebbero essere gli stessi fuori e dentro le fabbriche. Le lavoratrici e i lavoratori stanno tenendo in piedi il nostro Paese, dal punto di vista del sistema produttivo, fino alla sanità, al commercio e ai trasporti.

In questi giorni per fermare i contagi abbiamo rispettato e fatto rispettare alle imprese, anche con gli scioperi, tutte le decisioni delle autorità pubbliche a partire da quelle sanitarie in particolare nei luoghi di lavoro anche attraverso la fermata produttiva temporanea delle fabbriche non necessarie alla tenuta complessiva del Paese in questa condizione di emergenza.

La Fiom, facendo proprie le indicazioni del mondo scientifico e le decisioni del governo, ha proceduto nei luoghi di lavoro alla contrattazione con le imprese per le riduzioni della produzione fino alla fermata delle attività lavorative, per l’utilizzo dello smart working, per la sanificazione degli spazi, per il rispetto delle distanze e dotazione di dispositivi di protezione e per tutti gli strumenti necessari a tutelare la salute. La mobilitazione dei metalmeccanici chiedeva e chiede al governo ulteriori misure e azioni per i lavoratori dell’industria.

A questo il governo ha dato una prima risposta con la sottoscrizione di un Protocollo per il contrasto della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro tra le parti sociali e datoriali. Un Protocollo sottoscritto per tutelare i lavoratori in assenza di regole chiare e trasparenti da parte del governo necessarie a vincolare il sistema delle imprese.

Il Protocollo va considerato uno strumento utile a rafforzare la contrattazione con un ruolo importante dei delegati supportati dalle strutture territoriali e nazionali della Fiom per garantire la protezione e la salute dei lavoratori e delle lavoratrici fino alla sospensione delle attività lavorative. Nel merito il Protocollo stabilisce che la prosecuzione delle attività produttive deve avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino adeguati livelli di protezione e sicurezza, diversamente prevede il ricorso agli ammortizzatori sociali per la riduzione o sospensione dell’attività lavorativa o ad altri strumenti contrattuali senza l’utilizzo delle ferie maturate in corso d’anno.

In particolare il Protocollo sancisce che le aziende debbano adottare tutte le misure di igiene e sanificazione dei luoghi di lavoro, fornire dispositivi di protezione individuale conformi alle disposizione delle autorità competenti, individuare soluzioni organizzative atte a garantire le distanze interpersonali tra i lavoratori nell’esercizio della prestazione lavorativa, anche attraverso la riduzione delle attività produttive, per la salvaguardia della salute dei lavoratori e il rispetto delle disposizioni contenute nel DPCM dell’8 marzo scorso. È previsto inoltre la costituzione di un Comitato in ogni azienda, con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali e del Rls, per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione.

La seconda risposta del Governo è stata l’emanazione del decreto «Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19», che fornisce una serie di strumenti per affrontare questa fase, a partire dall’allargamento degli ammortizzatori sociali.

È fondamentale che quando le attività produttive vengono ridotte o sospese le persone non rimangano senza reddito. La cassa integrazione estesa a tutti ci fornisce la possibilità di affrontare l’emergenza con la garanzia di un reddito per tutti in caso di riduzione dei volumi produttivi, fino alle fermate se necessario per la salvaguardia della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori.

La Fiom non fa le leggi ma gli accordi e gli scioperi. Ogni accordo è uno strumento in più da mettere accanto alla lotta. Contrattare e scioperare per la salute e il reddito.