Francia, destra all’attacco dei sindaci: “A fuoco chi accoglie migranti”

Mentre continua la polemica sull’immigrazione tra il governo francese e quello italiano, un’inquietante vicenda occupa le prime pagine dei giornali transalpini. Il sindaco del comune di Saint-Brevin-les-Pins ( nella regione Loire-Atlantique), Yannick Morez, si è dimesso dalla sua funzione dopo l’incendio doloso della sua abitazione e di due macchine di sua proprietà. Un attentato subito il 22 marzo 2023, dopo numerose minacce, a causa della scelta d’installare nel suo comune, rispondendo a una richiesta dello Stato, un centro di accoglienza per stranieri richiedenti di asilo in Francia.

Yannick Morez, il sindaco dimessosi dopo gli attentati subiti

Sul canale Telegram “Canal natio”, particolarmente seguito dall’estrema destra, la sua scelta di dimettersi e di trasferirsi altrove con la sua famiglia, è stata celebrata come una vittoria e, in effetti, sia il Rassemblement National di Marine Le Pen sia altri gruppi neofascisti, avevano organizzato numerose manifestazioni di protesta contro Morez e la sua giunta. Medico generalista, esponente di una lista civica moderata, Morez ha denunciato “il mancato sostegno da parte dello Stato”, malgrado che fin da inizio gennaio 2023 avesse inviato delle lettere per denunciare le minacce subite.

Certo, subito dopo l’annuncio delle sue dimissioni, con un tweet, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron ha condannato “gli attacchi indegni” e ha espresso la sua solidarietà all’ex sindaco e alla sua famiglia. In una delle sue lettere, Yannick Morez, aveva amaramente denunciato “l’assenza di una condanna officiale della Prefettura o del governo. Il progetto del campo di accoglienza è pertanto imposto dallo Stato, e anche se non lo condivide, tocca comunque al sindaco subirne le conseguenze, senza essere difeso”.

“A ferro e fuoco chi ospita migranti”

Le dimissioni del sindaco s’inscrivono in un contesto d’intimidazioni crescenti contro gli eletti locali disponibili all’accoglienza dei richiedenti di asilo nel loro comuni. A gennaio, di fronte alle proteste dell’estrema destra, il consiglio comunale di Callac, nel Cotes-d’Armor, in Bretagna ha infine rinunciato ad accogliere le famiglie dei rifugiati. La protesta, in questo caso, è stata guidata da Bernard Germain, ex-candidato di «Reconquête ! », il partito di estrema destra di Eric Zemmour, alle elezioni legislative, il quale aveva apertamente promesso di mettere a ferro e a fuoco tutti i comuni che si fossero dichiarati disponibili verso i rifugiati. Germain, nei giorni scorsi, si è detto felice di fronte alla “fuga” a suo giudizio “pietosa” del sindaco Morez.

Sovranisti divisi
Marine Le Pen con Salvini

Siamo  di fronte a partiti e gruppi che teorizzano e praticano mezzi violenti per impedire alle comunità locali di svolgere il loro lavoro e di realizzare progetti di solidarietà. I partiti di sinistra hanno legato questi fatti al corteo di gruppi neofascisti a Parigi, il 6 maggio scorso, non proibito dalle autorità, malgrado che negli stessi giorni, invece, delle manifestazioni di protesta contro il governo fossero state proibite dalle autorità “per evitare violenze dell’estrema sinistra”.

Mercoledì 10 maggio il deputato socialista Jérôme Guedj ha reso omaggio, all’Assemblea Nazionale, al sindaco di Saint-Brevin e i diversi gruppi parlamentari si sono alzati in piedi per applaudire. I deputati del Rassemblement National sono stati i soli a rimanere seduti. Un gesto clamoroso, che ha costretto più tardi Marine Le Pen a pubblicare un messaggio per esprimere la sua condanna verso l’uso della violenza.
Il Rassemblement National cerca di mantenere una distanza dai gruppi più radicali, per curare la sua immagine di partito ormai pronto a governare il paese. Tuttavia, spesso dei suoi esponenti, sono stati visti partecipare a manifestazioni promosse dalla galassia neofascista, la quale di fronte alla possibilità di un arrivo al potere di Marine Le Pen cerca, anch’essa, di ritagliarsi uno spazio nella costruzione di un senso comune sempre più reazionario e violento.

Molti sono i tratti comuni tra questa realtà e quella che caratterizza, in Italia, i rapporti tra la destra politica, ormai al governo, e i gruppi di estrema destra. Quando si studiano i rapporti tra Italia e Francia, è, dunque, importante non limitarsi alle dichiarazioni polemiche dei ministri, spesso strumentali, ma cercare, invece, di capire cosa si muove d’inquietante e di simile , dal basso, all’interno delle due società.