Francia, Mélenchon insidia Macron. In palio la maggioranza assoluta
Purtroppo, ormai, sta diventando una triste abitudine, ma anche questa volta non si può iniziare l’analisi del voto di domenica 12 giugno in Francia senza sottolineare come si sia raggiunto un nuovo record nel tasso di astensionismo: 52,84%. Il dato più alto per un’elezione legislativa, superiore al 51, 3% del 2017 . In alcune zone del paese, come nella Seine Saint-Denis, si è arrivati a oltre il 60%.
Il grave contesto internazionale, il quale influisce negativamente sul costo della vita, considerato dalla maggioranza dei francesi come la preoccupazione più grande, non ha influito sulla scelta maggioritaria di non recarsi alle urne e sembra difficile che la campagna elettorale del secondo turno, di una sola una settimana, possa invertire questa tendenza.
Oltre all’astensionismo, le tre macro aree
Il 47,16% degli elettori ed elettrici che hanno votato, dal canto loro, hanno confermato il dato politico più significativo emerso durante le elezioni presidenziali dell’aprile scorso e, cioè, la ricomposizione del sistema politico intorno a tre aree principali composte dalla maggioranza presidenziale il partito del presidente della Repubblica Emanuel Macron e i suoi alleati di centro), la sinistra (questa volta unita) e l’estrema destra del Rassemblement National guidato da Marine Le Pen.
La «Nouvelle Union populaire écologique et sociale» (Nupes) rappresenta la più importante novità politica di questo turno elettorale: nasce dall’alleanza tra il movimento di Jean-Luc Mélenchon, i comunisti, gli ecologisti e la maggioranza del partito socialista, e con il 26,11% dei voti pari 5.999.897 arriva in testa del primo turno in termini di voti assoluti, superando di poco “Ensemble” (Macron e i suoi alleati) che ottiene il 25,88%. Il complicato sistema a due turni non consente oggi di capire come questo risultato si tradurrà nella ripartizione finale dei seggi, ma quello che è certo è che Macron, al momento, non è sicuro di potere ottenere, come nel 2017, la maggioranza assoluta (289 seggi) degli eletti all’Assemblea Nazionale (577 in tutto).
Successo politico per Nupes, alleanza di sinistra
I candidati di Nupes sono stati eletti al secondo turno in 386 collegi e in 191 di essi i suoi candidati sono in testa. Si tratta di un indubbio successo politico, anche se il secondo turno si presenta pieno d’insidie: infatti Nupes non può contare su consistenti riserve di voti tra gli altri partiti e deve quindi cercare di recuperare più consensi possibili tra gli astensionisti. Impresa difficile dato che la campagna elettorale del secondo turno dura soltanto una settimana e che bisognerà reagire alla polemica dei «macronisti» tesa a descrivere l’alleanza di sinistra come «un altro estremismo populista», rimproverando a Mélenchon presunte simpatie verso Putin o Chavez.
Nupes o Le Pen? Con chi si schiererà Ensemble?
In effetti i rappresentanti di “Ensemble” non hanno preso subito una posizione netta per quanto riguarda l’indicazione di voto per i collegi (62 in tutto) in cui si affronteranno al ballottaggio candidati di Nupes contro quelli dell’estrema destra. Un’incertezza grave, se si pensa che in aprile gli elettori e le elettrici di Mélenchon erano stati sollecitati dai macronisti a far fronte comune contro Marine Le Pen in nome “di valori comuni”. Alla fine, è prevalsa l’indicazione della linea “nessun voto all’estrema destra”, ma l’incertezza iniziale è destinata a pesare nel dibattito politico.
Al di là di quello che sarà il risultato del doppio turno, bisogna sperare che lo spirito unitario all’interno di Nupes non si disperda e che anzi esso diventi la base comune sulla quale costruire in futuro una nuova classe dirigente capace di rinnovare senza disperderle le culture politiche della sinistra francese.
Per quanto riguarda il resto del sistema politico, non vi è dubbio che Macron esca indebolito da questo primo turno e – anche se riuscisse a raggiungere la maggioranza assoluta – deve ormai fare i conti con un avversario a sinistra che lo potrebbe costringere a rendere più organica la sua alleanza con la destra. Nel 2017 i suoi candidati erano in testa in 449 collegi la sera del primo turno, oggi solo in 201. In 513 erano stati eletti al secondo turno, oggi 419.
Le Pen quasi raddoppia i candidati
Il Rassemblement Nationale di Marine Le Pen ottiene con il 18,6% dei voti il suo migliore risultato alle legislative e conferma tutta la sua forza politica eleggendo al secondo turno 208 candidati contro i 118 di cinque anni fa.
In ultima analisi, quindi, credo che si possa affermare che la composizione della futura Assemblea Nazionale, anche in assenza di una correzione proporzionale dell’attuale legge maggioritaria, dovrebbe offrire una rappresentazione più veritiera – rispetto a quella del 2017- delle diverse posizioni politiche presenti nella società francese.
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