Evviva i raffreddori
se vanno in biblioteca

In tempi di Coronavirus un semplice raffreddore può apparire un amico sopportabile e persino consolatorio rispetto al rischio del contagio sconosciuto. Un bel raffreddore, un gran raffreddore, un raffreddore banale, di testa, passeggero o trascurato è quanto troverete nel bellissimo album del geniale André François dal titolo “I raffreddori”, edito da Orecchio Acerbo, da pochi giorni in libreria.

L’autore, di famiglia ungherese, nato a Timisoara nel 1915 quando la città della Romania faceva ancora parte dell’Impero austro-ungarico, è scomparso nel 2005 lasciandoci bellissime opere grafiche, albi illustrati, meravigliosi poster che rappresentano un ponte tra il design moderno e la grafica contemporanea. Suoi i primi manifesti che pubblicizzarono le Galeries Lafayette a Parigi, dove vivrà a lungo, o le opere grafiche per l’Esposizione universale del 1937, senza contare le copertine per riviste come Le Nouvel Observateur o il New Yorker.

I suoi album per i più piccoli sono ricchi di un umorismo contagioso, bellissimi anche per noi adulti per il tratto essenziale e per le trovate umoristiche e un po’ surreali. Vi siete mai chiesti perché il raffreddore non si è mai estinto e esiste da chissà quanti millenni? Bene, il nostro autore vi svelerà il segreto di una sopravvivenza così duratura e tenace.

Altro titolo in tema è la divertente storia di Michela Guidi, “Ecciù! La biblioteca ha il raffreddore” (Feltrinelli Kids) con le illustrazioni di Shu Garbuglia. Protagoniste sono le goccioline liberate da uno starnuto e che, uscite dal naso, si recano in una biblioteca dove scoprono un mondo di conflitti, di paure, di ripicche. Ci sono le guerre tra enciclopedie, tomi sapienti e raccontini per bambini. C’è il fracasso assordante dei libri sonori e le paure degli albi strattonati e maltrattati dai più piccoli. Figuriamoci i litigi quando anche i libri sono contagiati e prendono il raffreddore. Senza contare il gatto della biblioteca che si aggira guardingo. Insomma, un mondo inaspettato e insospettato si apre davanti alle goccioline del raffreddore a parlarci dei libri come fossero degli esseri viventi. E, in fondo, un po’ lo sono quando ci regalano passioni e avventure, talvolta anche la noia o persino un’avversione ostinata verso un protagonista che aspetta, sul comodino accanto al letto o sullo scaffale della libreria, di essere cercato e letto.