É sempre Natale nella Lapponia ricostruita
Sappiamo quanto possano essere stucchevoli i parchi a tema e come chiasso e sprechi a Natale abbiano ben poco a che fare con il passaggio verso la nuova luce e, per i cristiani, con il compiersi di un’attesa. Eppure il mito di Babbo Natale con le sue renne, nella desolazione del dopoguerra, ha rincuorato la capitale della Lapponia finlandese, Rovaniemi, che fu rasa al suolo dai nazisti. Il prodigo omone in rosso dell’estremo Nord, che discende dalla figura storica di San Nicola, vescovo greco cristiano del IV secolo nella città di Mira (oggi in Turchia) ispirò il grande architetto finlandese, Alvar Aalto.
Nel 1930 Rovaniemi era un tranquillo centro di commerci di circa 6000 abitanti. La Russia invase la Finlandia nel 1939. Iniziò la talvisota, Guerra d’inverno. Fino al 1940 il conflitto fu terribile, poi i finlandesi decisero di accettare l’offerta tedesca di proteggerli dalle incursioni russe. La Luftwaffe costruì a Rovaniemi baraccamenti e un campo d’aviazione.
Quando fu chiaro che l’Asse Germania-Italia-Giappone, (poi allargata a Finlandia, Romania, Ungheria, Bulgaria) era in rotta, la Russia intimò ai finlandesi di espellere i nazisti. Nell’ottobre 1944 l’esercito tedesco bruciò o distrusse Rovaniemi. Gli abitanti erano già stati evacuati. 279 morirono cercando di raggiungere la Svezia, altri 200 sarebbe morti al ritorno, dopo la guerra, a causa delle mine piazzate dai nazisti per coprirsi la ritirata. Il 90% del maggiore centro della Lapponia aveva un aspetto spettrale, nel dopoguerra. Restava solo un malconcio 10% degli edifici e delle infrastrutture. Nel 1945 l’Associazione degli architetti finlandesi commissionò ad Alvar Aalto la ricostruzione di Rovaniemi e dell’intera regione, un’area grande quanto i Paesi bassi e il Belgio assieme. Quanto a risorse non c’era da far salti: l’Unione Sovietica fece escludere la Finlandia dal piano Marshall e chiese anche la restituzione dei danni di guerra.
Aalto lavora con l’irragionevole speranza che le risorse un giorno si sarebbero trovate e dà il meglio di sé. Costruisce case disegnate per il clima di Rovaniemi e la Lapponia, con minimo di facciate esposte a Nord e il massimo di esposizione al sole a Sud-Ovest. Nel 1950 il progetto è avanzato ed è una vera profezia architettonica e ambientale. Aalto vuole che gli impianti idroelettrici siano costruiti sui grandi fiumi sì, ma a una condizione: che vi sia una valutazione d’impatto per non danneggiare gli indigeni Sami, le mandrie di renne, i pozzi d’acqua e il microclima. Studia e fa studiare tutti i livelli spaziali in una ricerca che era unica al mondo per vastità e attenzione. Vengono apportate le modifiche per non nuocere.
Aalto lavora e lavora: mette la sua “firma” al progetto, ancora in balia delle angustie economiche, disegnando la griglia delle strade di Rovaniemi a forma di renna: l’occhio coincide con lo stadio e, via via, tutto s’irradia e delinea l’animale simbolo della Lapponia. Nel 1950 accade l’impensabile: la ex-first lady Eleanor Roosevelt è patrona del Fondo di sollievo e riabilitazione della Nazioni Unite, che era finanziato dai Paesi che non avevano subito devastazioni. Poco a poco venne esteso per tendere la mano agli sconfitti. Eleanor forse ha sentito del genio di Aalto, del dramma legato alla mancanza di risorse. Improvvisamente, a giugno, manifesta il desiderio di visitare il Circolo polare artico. In una settimana i finlandesi costruiscono per lei una piccola baita vicina all’aeroporto, uno chalet arredato con le sedie di Aalto. Le viene detto che si trova al circolo polare artico, sebbene si trovi in realtà un po’ più a sud. Non è chiaro se Eleanor la beva, ma il suo motto è sempre stato “il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei loro sogni”. Quindi non trova nulla di male nel mandare al presidente in carica Harry S. Truman una lettera spiegandogli che sta ricevendo la prima missiva inviata dall’Artide. Lo chalet di Eleanor diventa in poco tempo un’attrazione, richiama turisti e leader mondiali. I soldi per ricostruire Rovaniemi si trovano. Aalto può concedersi il lusso di progettare anche la sala dei concerti, con le sue forme ondulate, il cdntro congressi e, forse il vero capolavoro, la libreria.
Secondo il mito finnico, Santa Klaus viene da Korvatunturi, una roccia a forma di orecchio attraverso la quale Babbo Natale può sentire i desideri di tutti i bambini del mondo. Ma Korvantunturi si trova 321 chilometri a nord di Rovaniemi. Conveniva alimentare l’immagine di un Santa Klaus più a portata di mano e negli anni arrivano a Rovaniemi sempre più turisti. Si comincia con una speciale annullo postale, attorno alla baita di Eleanor cresce un piccolo villaggio di casette di legno, aumenta il numero di lettere spedite a Babbo Natale-Polo Nord. Negli anni Novanta il parco a tema è ormai strutturato. Perfino i bunker antiatomici costruiti per ordine del ministero degli interni sono stati utilizzati come sotterranei dove elfi volonterosi confezionano tutto l’anno i regali. A Rovaniemi è sempre Natale e ci vuole pazienza.
Sostieni strisciarossa.it
Strisciarossa.it è un blog di informazione e di approfondimento indipendente e gratuito. Il tuo contributo ci aiuterà a mantenerlo libero sempre dalla parte dei nostri lettori.
Puoi fare una donazione tramite Paypal:
Puoi fare una donazione con bonifico: usa questo IBAN:
IT54 N030 6909 6061 0000 0190 716 Intesa Sanpaolo Filiale Terzo Settore – Causale: io sostengo strisciarossa
Articoli correlati