E se Luigi fosse un bluff?

Luigi Di Maio si è presentato sulla scena politica come l’uomo di Grillo con il maggior grado di identificazione con la classe dirigente del passato. Giacca e cravatta, sempre sbarbato, parole libere, anche dai congiuntivi, e sufficientemente generiche, sorriso televisivo. Sarebbe piaciuto al primo Berlusconi che i suoi li voleva così, lindi e puliti e un po’ dall’aria smarrita. Forse i grillini l’hanno scelto sembrandogli il giovane napoletano più simbolico come uomo di governo dei due scamiciati Fico e Di Battista oppure perché Luigi è stato più bravo a stringere rapporti con Casaleggio jr.


Tutto sembrava essergli favorevole. Di Battista che si chiamava fuori, Fico sedato, partito in spasmodica attesa del governo. Del resto il voto meridionale porta con sé questo onere. Ti votano perché devi governare e portare cose, non ti votano per protestare. L’idea del voto meridionale di protesta è una leggenda. Al Sud si sono sempre votati partiti di governo o che al governo potevano andare.
Salvini con tutta evidenza non ce l’ha fatta. Chi gli ha consigliato il contratto alla tedesca, ignorando le differenze abissali fra le forze politiche, deve essere un cretino o uno che legge la politica secondo schemi di laboratorio.
Solo a questi suggeritori poteva venire in mente che Salvini si adattasse a diventare il n.2 di Di Maio e irritasse quegli elettori di Forza Italia che ambisce a conquistare. Solo a questi suggeritori poteva venire in mente che nel Pd vi fosse una maggioranza che si acconciasse a governare con quello che in questi anni è stato, per scelta grillina, il nemico assoluto.
In fondo al povero Di Maio avevano detto che non esistono più né la destra né la sinistra e lui ci ha creduto aprendo così i due forni. Poi gli hanno detto che poteva diventare il capo della nuova sinistra governando con il Pd de-renzizzato, e lui ci ha creduto. Non era meglio andare dai maghi?
E’ probabile che questi insuccessi nell’immediato non nuocciano ai 5 Stelle, ma la sequenza di fallimenti amministrativi e politici sta diventando troppo lunga. Prima o poi il re grillino mostrerà le sue nudità e la bolla elettorale si sgonfierà. Peccato che oggi ad avvantaggiarsene non c’è una sinistra rinnovata, ma una destra lepenista.