Dopo Bonafede, Salvini:
Iv salva i potenti
a spese degli ultimi

“E’ stato violato un principio inderogabile alla base della Costituzione italiana e di qualunque Convenzione internazionale, che stabilisce l’inviolabilità della vita e della dignità delle persone a prescindere dalla loro provenienza, dal loro sesso, dalla loro appartenenza politica e religiosa”. Tocca alla Ong spagnola “Open Arms” – la cui nave, con 150 migranti salvati da un naufragio, rimase bloccata in mare per due settimane al largo delle coste italiane nell’agosto di un anno fa – riportare al centro la vera questione della contesa: fu legittimo il comportamento dell’allora ministro degli Interni Matteo Salvini che impedì lo sbarco dei naufraghi? La questione è stata del tutto elusa dalla Giunta per le immunità del Senato, che ha respinto la richiesta dei magistrati di processare Salvini. Una decisione in toto politica, dalla quale sono rimaste fuori tutte le considerazioni di merito (come ad esempio l’aver ignorato la disponibilità di diversi Paesi europei ad accogliere quote di naufraghi): con l’ex ministro leghista si è schierato compattamente tutto il centrodestra e due 5 Stelle (diciamo per affinità culturale”), mentre si sono astenuti i tre componenti di Italia Viva.

Sotto l’aspetto politico è questo il caso che fa giustamente più rumore. Le motivazioni addotte dai renziani, infatti, non hanno nulla a che fare con il garantismo o con esigenze di tipo processuale, ma appaiono al contrario politicamente strumentali. “Dal complesso della documentazione – secondo i renziani – non sembrerebbe emergere l’esclusiva riferibilità all’ex ministro dell’Interno dei fatti contestati”: vale a dire che, oltre a Salvini, sarebbero responsabili anche il suo ex premier Giuseppe Conte e altre figure di primo piano dell’allora governo Lega-5 Stelle. Il che, dal punto di vista politico, è ineccepibile: la cultura xenofoba dei 5 Stelle non a caso si è manifestata anche col successivo governo cosidetto “giallorosso”. Ma l’esercizio dell’azione penale spetta alla magistratura, che a conclusione delle indagini ha chiesto di processare soltanto Salvini. Dire no è come, ad esempio, rinunciare a perseguire l’autore di un omicidio o di una violenza solo perché non sono stati individuati i complici… Un atteggiamento ancora più grave in chi si erige a paladino dello Stato di diritto.

Ma quanto accade, in realtà, non ha nulla a che vedere con il diritto o con la giustizia. E’ da mesi che nella maggioranza di governo si va avanti all’insegna di manovre di piccolo cabotaggio. Proprio ieri alla Regione Lombardia la consigliera regionale di Iv si è fatta eleggere dalla maggioranza di centrodestra alla guida della commissione che indagherà sulla gestione della sanità, ruolo che spettava all’opposizione. E nulla importa, a Fontana e neppure ai renziani, che la prima forza della minoranza sia quella del Pd. Una ricompensa per l’astensione in giunta delle immunità?

Prima del caso Salvini-Open Arms, c’era stato comunque quello del ministro della Giustizia Bonafede, tenuto sulla graticola dai renziani per settimane, e poi “graziato” non si sa bene in cambio di cosa. Verrebbe da dire che per i potenti (un ministro, un ex ministro) c’è sempre un occhio dei riguardo; per gli ultimi degli ultimi, invece, ce ne si può continuare a infischiare, anche quando sono in gioco l”‘inviolabilità della vita e la dignità delle persone”.