Democratici versus sovranisti: la sfida
è sui tre negazionismi

Le elezioni americane che hanno visto sulla carta, perché il presidente uscente Donald Trump non solo non accetta il risultato ma tenta di screditarlo, la vittoria di Joe Biden sono solo l’inizio di uno scontro che non è solo legale ma anche di immagine e di linguaggio.

trump anatraBiden di fronte alle ripetute falsità di Trump in passato lo ha paragonato a Goebbels per la capacità di costruire menzogne nelle quali credere e far credere. “Somiglia a Goebbels: se ripeti una bugia abbastanza a lungo, e poi continui a ripeterla e a ripeterla ancora, questa diventa senso comune”.

Ma le somiglianze finiscono lì, perché Goebbels di fronte alla disfatta si suicidò insieme alla moglie ed ai suoi sei figli. Donald Trump sembra non avere neanche il buon gusto di ritirarsi in qualche sua tenuta dove, dimenticato dai media, può giocare a golf preoccupandosi dei nipoti e continuare ad occuparsi dell’economia dei suoi affari.

Questo però non accade. Perché la sconfitta elettorale di Trump, dei suprematisti, di QAnon, e del razzismo in generale, è solo una tappa di un percorso più lungo, che ha visto il sovranismo impossessarsi prima del Partito Repubblicano statunitense, poi dell’America, ed ora aspetta di riprendersi tutto. Adesso oppure, nella peggiore delle ipotesi, fra quattro anni avendo sempre come base il Partito Repubblicano ormai invaso dal sovranismo.

Joe Biden, mentre i risultati elettorali erano in pieno conteggio e non potendo ancora parlare da presidente, ha detto che “agirò dal primo giorno per combattere il COVID”.
La parola COVID si presta ad una curiosa interpretazione del suo acronimo che può suonare così: C.O.V.I.D Comando Organizzato Vittoria Invasione Destre.

Il compito che Joe Biden si è dunque prefisso è quello di combattere sia il virus ma anche il C.O.V.I.D espresso dal sovranismo trumpista. Il negazionismo sovranista, particolarmente unito, opera su tre negazioni: il negazionismo dei cambiamenti climatici, il negazionismo del COVID (in tutte le sue accezioni) e il negazionismo della Shoah. Stranamente questi tre negazionismi si trovano in varie combinazioni e sfumature nei governi e rappresentanti negazionisti. E poiché le menzogne sono una prassi nei negazionisti, c’è da dubitare fortemente che il riconoscimento della avvenuta Shoah non serva a conquistare terreno sul quale far sorgere in seguito dei nuovi Lager, i quali per altro non sono mai esistiti, a credere ai negazionisti, come campi di sterminio.

Un elemento, però, che non si riesce facilmente a negare è il terrorismo che continua a dilagare contagiando persone e luoghi con la sua letale virulenza. C’è quindi, insieme alla emergenza politica, l’emergenza della lotta al terrorismo fondamentalista, il tutto all’interno della planetaria emergenza sanitaria. E di quest’ultima i sovrano-populisti con assoluto cinismo e disprezzo della vita altrui fanno della emergenza sanitaria uno scontro di opinioni politiche.

Ed è sempre Biden che nella sua lotta al C.O.V.I.D con un discorso stavolta da Presidente degli Stati Uniti dice e ammonisce: «Indossare la mascherina non è un fatto politico, ma un buon sistema per cominciare a riunificare il Paese. Non importa chi abbiate votato; non importa quale sia il vostro partito o il vostro punto di vista. Noi potremmo salvare decine di migliaia di vite se ciascuno di noi indosserà la mascherina per alcuni mesi. Salveremmo non vite dei democratici o dei repubblicani. Ma vite americane».

È ovvio che Biden parli agli americani e debba convincere in primis il popolo americano, ma non si può non notare, (e forse lo nota chi americano non è) che anche per Biden esistono vite americane e vite che non lo sono. Che cosa sia una vita americana francamente non lo saprei dire, di fronte ai 7 miliardi di vite complessive del pianeta che sono vite umane, minacciate da alcuni batteri. Ma senza voler insistere troppo, su ciò che forse è stato un modo di dire per la politica interna americana, speriamo soltanto che il coronavirus, il cui nome in codice è COVID, ci aiuti presto a scoprire anche un vaccino per il C.O.V.I.D. Perché, se come afferma con eleganza la biologa Barbara Gallavotti i negazionisti sono in buonafede: «Secondo Miller interviene un qualcosa non tanto dissimile da quello che accade in certe forme di demenza in cui le zone del cervello ricevono informazioni false e le inviano alla parte di cervello incaricata del pensiero razionale, la quale fa degli sforzi per dare un senso a quelle informazioni». E altrettanto vero che, come conclude la Gallavotti, il negazionismo: «danneggia la nostra esistenza perché ci impedisce di vivere nel mondo reale, e facciamo molta più fatica per dare senso a cose che non ce l’hanno».

Possiamo, quindi, dire che alcuni negazionisti, di fronte al COVID, da dementi danneggiano la società tutta e che lo facciano non rendendosi conto di ciò che fanno, ma non possiamo dire la stessa cosa del comportamento che si ha in merito al C.O.V.I.D.