Meloni cede a Salvini: via la protezione umanitaria ai profughi
Dietrofront, si torna ai decreti Salvini. La maggioranza di governo ha fatto propri in blocco tutti gli emendamenti al cosiddetto “decreto Cutro” presentati dalla Lega per renderlo restrittivo quanto, se non di più, la famigerata stretta contro gli immigrati – tutti, quelli che arrivano e che arriveranno e quelli già presenti sul nostro territorio – imposta dal governo in cui Salvini era ministro dell’Interno e il pentastellato Giuseppe Conte presidente del Consiglio, cosa che rende sommamente ipocrite le sue critiche, oggi, alle misure che si vanno a prendere.
Decisione a sorpresa
La decisione di schierare tutti i partiti che sostengono Meloni sulla linea durissima della Lega è arrivata ieri. Un po’ a sorpresa, giacché gli stessi ambienti vicini alla presidente del Consiglio andavano da giorni assicurando che almeno su un punto, il più delicato, quello dell’istituto della protezione speciale, Fratelli d’Italia avrebbe dimostrato “senso di responsabilità” evitando di assecondare gli istinti più violentemente xenofobi degli alleati. Non perché Meloni e i suoi si fossero convertiti al buon senso e ai buoni sentimenti tanto platealmente assenti dai loro comportamenti proprio nelle ore più dolorose della tragedia di Cutro, ma per mero opportunismo politico.
Un opportunismo dettato da due considerazioni. La prima è la consapevolezza che questa ennesima manifestazione di crudeltà verso chi arriva nel nostro Paese rischia di rendere ancora più debole la posizione italiana in Europa. La seconda, che in queste ore grava come un’incognita preoccupante su Palazzo Chigi, riguarda quello che farà il Presidente della Repubblica, il quale – si fa sapere dal Quirinale – segue “molto attentamente” l’iter parlamentare del nuovo decreto sull’immigrazione. La capa del governo e i suoi ministri non avranno certo dimenticato l’intervento con cui Mattarella segnalò le proprie gravi riserve al tempo dell’approvazione dei decreti Salvini. Né può sfuggire loro che le obiezioni presidenziali si concentravano particolarmente proprio sull’abolizione della protezione umanitaria poi fatta diventare, con un non innocente spostamento lessicale, protezione speciale.
Manifestazione di odio verso gli stranieri
È proprio questo l’aspetto più grave della ritrovata unità di cattivi intenti nella maggioranza. La protezione umanitaria è un istituto diffuso (non è vero come vanno concionando i leghisti che si tratta di una “cosa” solo italiana) che serve a proteggere persone straniere dal pericolo di essere rispedite in paesi dove rischiano gravi pericoli di discriminazione politica, religiosa, di orientamento sessuale, persecuzioni giudiziarie o sociali, prigionia e anche condanne a morte. È diversa dall’asilo politico perché si riferisce a condizioni particolari che non riguardano intere categorie di persone, come la condizione di fuggire da paesi in guerra o da repressioni generalizzate, ma è altrettanto decisiva per salvaguardare la sicurezza e la dignità delle persone che ne beneficiano. Per fare solo qualche esempio: ora la protezione umanitaria può essere accordata all’oppositore politico di un regime che lo perseguirebbe una volta tornato in patria, a un cristiano o un musulmano che verrebbe discriminato per la sua fede, a un omosessuale proveniente da un paese in cui l’omosessualità è un reato.
Si tratta quindi di uno strumento di civiltà e non certo di una “scappatoia” per restare in Italia approfittando di una legge troppo permissiva, né un modo di regolarizzare surrettiziamente la propria condizione di clandestini come sostiene la Lega e, dopo la svolta opportunistica di ieri, è tornato a sostenere anche Fratelli d’Italia, smentendo d’un colpo solo tutte le chiacchiere sulla volontà di cambiare registro in fatto di accoglienza degli stranieri con la ripresa dei flussi regolari, gli accordi con i paesi di partenza e via con la propaganda. Questo governo odia gli stranieri e non si fa scrupolo di rendere loro difficile la vita in tutti i modi.
Sburocratizzazione e rimpatri
L’abolizione della protezione umanitaria, comunque, non è l’unica infamia anti-immigrati su cui la maggioranza si sarebbe accordata e accodata agli istinti salviniani ben rappresentati dal suo (tutto suo) ministro Piantedosi. Il quale – sia detto per inciso – ha dato testimonianza ieri della propria faccia di bronzo andando a sostenere davanti all’assemblea dei vescovi italiani, molto critici come si sa sulla proclamazione dello stato d’emergenza in materia di immigrazione, che “non esiste alcuna emergenza” essendo gli arrivi di migranti perfettamente gestibili. Cioè il contrario di quello che va dicendo in tutte le altre sedi e in base a cui ha fatto disporre dal suo collega Musumeci la proclamazione dello stato d’…emergenza.
Chiusa la parentesi, va precisato che la fusione degli emendamenti al decreto Cutro produrrà altre conseguenza nefaste. Prima: l’ampliamento dei centri di identificazione e di espulsione, o la costruzione di nuove strutture, con lavori da eseguire in deroga alle normali procedure d’appalto proprio in base allo stato d’emergenza. Più migranti da espellere più in fretta, insomma, e meno correttezza e trasparenza nell’esecuzione dei lavori sugli hotspot. Seconda: lo “snellimento burocratico” che dovrebbe permettere di accelerare le pratiche di espulsione e l’accompagnamento immediato alle frontiere dei profughi respinti. Una modifica, questa, che avrà conseguenze non solo in fatto di umanità dei trattamenti, ma anche di proteste dei paesi confinanti, già molto polemici sull’immigrazione “secondaria” proveniente dall’Italia.
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