Cutro, per il governo i morti sono degli intrusi: la missione calabrese non lava la vergogna

Il giorno prima i familiari delle vittime si sono sdraiati sulla strada per una dignitosa ma rabbiosa protesta contro l’ultimo schiaffo ricevuto dalle disposizioni del ministro Piantedosi sul trasferimento, senza avviso, delle salme a Bologna.

Continuano a trattarli come intrusi. Applicano la filosofia del “law enforcement”.

Alcuni abitanti di Cutro e Crotone ieri, intervistati da La7, hanno detto che il governo si presenta solo adesso in Calabria. Con grave ritardo. In ritardo sui soccorsi, in ritardo sulla pietà, in ritardo sulle scuse. E in ritardo storico sui mali endemici del Sud.

Meloni non gridi allo sciacallaggio se oggi si alzeranno grida di “vergogna”. Se le merita tutte. Perché il governo è a Cutro, ma rappresentato anche da Piantedosi e dal vicepremier Salvini il quale arriva con questo programma rivolto al migrante: “Non puoi chiedere asilo, non puoi pretendere tutele umanitarie fasulle, non puoi restare”. Salvini lo ha scritto ieri sui social condividendo le parole del premier britannico Rishi Sunak che vuol mandare gli immigrati in Ruanda.

La strage dei migranti sulle coste della Calabria resterà come una macchia sul governo della destra. Una trasferta di un intero governo, di decine di funzionari, lo spostamento di centinaia di uomini di scorta, di auto e aerei, non servirà a cancellarla. La missione rischia di trasformarsi in un nuovo sfregio. E, attenta Meloni, anche in un boomerang.