Più 25%. Alla Cop 27 sul clima il numero dei lobbisti rappresentanti delle industrie petrolifere e del gas è aumentato di un quarto rispetto all’anno scorso: 636 contro i 503 di Glasgow. Come presenza e influenza hanno un peso maggiore dei paesi africani e delle comunità indigene, che pure in larga parte pagano le conseguenze dei cambiamenti climatici. Una conversione verde dei produttori di energia fossile? Ovvio che no, visto che il 96% delle società ha piani di espansione della produzione che comporterebbero l’immissione nell’atmosfera di 115 miliardi di tonnellate di Co2, pari a 24 anni di emissioni Usa (rapporto Urgewald), con buona pace della lotta al cambiamento climatico.
Redazione
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