Ong in prima linea
nella corsa
alla solidarietà
Sono state maliziosamente accusate di essersi defilate di fronte un’emergenza sanitaria senza precedenti, criticate attraverso messaggi in chat e sui social, persino rimproverate da Bruno Vespa che attraverso un video su Facebook si domanda dove siano e le richiama all’ordine: ma le Ong sono sul campo, come sempre. Basta dare uno sguardo al sito di Medici senza Frontiere per capire come l’organizzazione sia già attiva in Lombardia ormai da settimane, collaborando con gli ospedali del territorio.
La collaborazione con la Protezione civile
“Il nostro intervento in Italia in risposta al Coronavirus – si leggeva già il 18 marzo sul sito dell’organizzazione – è partito da una settimana. Con un’epidemia come questa era importante esserci e provare a dare il nostro contributo, all’imponente risposta messa in piedi dalle autorità sanitarie italiane e a tutti gli operatori in prima linea fin dall’inizio dell’epidemia. Negli ospedali tra Lodi e Codogno siamo stati accolti con stupore e sollievo”. Da Emergency a Medici Senza Frontiere, da Action Aid a Samaritan’s Purse, per combattere l’epidemia di Coronavirus in Italia si sono attivate, attraverso supporto sanitario ed aiuto alla popolazione, alcune tra le più importanti organizzazioni non governative che operano nel settore della solidarietà sociale.
Sempre il 18 marzo scriveva sulla propria pagina Facebook Emergency: “È un momento molto difficile per tutta l’Italia: per questo ci siamo messi a disposizione delle autorità sanitarie per affrontare l’emergenza. Tutelare le fasce più deboli della comunità è essenziale per prevenire la diffusione del contagio. Perciò siamo stati autorizzati dalla Protezione civile a intervenire nella risposta all’emergenza e stiamo lavorando per mettere a disposizione del Sistema sanitario nazionale le nostre competenze di gestione dei malati in caso di epidemie, maturate combattendo Ebola in Sierra Leone nel 2014 e 2015. In tutta Italia i nostri ambulatori rimangono aperti: abbiamo adottato un protocollo di triage che permette di individuare pazienti con sintomi compatibili con il virus, di informarli e indirizzarli ai servizi competenti. A Milano, insieme al Comune, abbiamo attivato un servizio per aiutare le persone più a rischio consegnando loro pasti, alimentari, farmaci e beni di prima necessità. Sempre a Milano stiamo lavorando per la prevenzione nelle strutture di accoglienza delle persone senza fissa dimora e dei minori non accompagnati”.
Una testimonianza che resterà
Dall’inizio della crisi ci sono voluti quasi venti giorni, ma finalmente il 23 marzo Emergency ha ottenuto il via libera dalla Regione Lombardia per intervenire con le sue equipe specializzate in epidemie. La Ong di Gino Strada, già da tempo impegnata a Milano nell’assistenza ai senzatetto, opererà con medici e sanitari nell’ospedale da campo di Bergamo e a fornirà supporto didattico e logistico ai medici dell’ospedale di Brescia. “Stiamo mettendo in campo le nostre esperienze apprese in Sierra Leone durante l’epidemia di Ebola – è il commento della presidente Rossella Miccio – Per farlo abbiamo richiamato alcuni dei nostri colleghi che lavoravano all’estero: stiamo cercando di fare la nostra parte in un momento così delicato per l’Italia”.Intanto un ospedale da campo verrà montato presso l’ospedale di Cremona anche grazie all’intervento di una Ong americana, la Samaritan’s Purse, che porterà sul suolo cremonese un contingente di circa 60 persone per offrire un po’ di sollievo ad uno degli ospedali con maggiore sovraffollamento, e piena disponibilità a lavorare in Italia è stata manifestata anche da un gruppo di medici e professori somali dell’Università nazionale di Mogadiscio, disponibili a contribuire in modo concreto e su base volontaria.Aiuti dall’Africa Dall’Africa all’America Latina, dalla prostrata Europa alla convalescente Asia, un coro di solidarietà si è levato verso il nostro paese afflitto dal Coronavirus. Solidarietà materiale e morale che commuove, fa sentire meno soli, dà coraggio. Se c’è una cosa che il Coronavirus ci ha insegnato è che ‘l’altro’ possiamo essere noi in qualsiasi momento e che i confini, i limiti, i muri sono invalicabili solo nelle nostre teste. “Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”, lo sapevamo ieri e lo confermiamo oggi, ringraziando, grati per l’aiuto ricevuto tutti coloro i quali ci hanno dimostrato vicinanza e solidarietà in un momento tanto difficile. Non c’è notte che non veda il giorno e tutto questo, un giorno passerà.
Ma tanto dolore non sarà stato inutile.
Il Coronavirus ci sta modificando giorno per giorno, ci sta trasformando e sta facendo di noi delle persone nuove. Uomini, donne, bambini, giovani e anziani provati ma piùforti, più uniti, solidali, migliori. “Ci hanno aiutato a casa nostra”, non lo dimenticheremo, non lo possiamo dimenticare.
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