Chiari, irrazionali, vaghi o fluttuanti:
il virus non ammette giochi sui numeri

Si è oramai compreso che un fattore essenziale della situazione pandemica in cui ci troviamo è la correttezza, semplicità e chiarezza delle informazioni che ci vengono fornite.

Numeri chiari:

I dati aggiornati all’ 11 aprile 2021 della John Hopkins University riguardo al numero di morti per i 20 paesi con maggiore diffusione della pandemia dicono che al primo posto c’è l’Italia con 184 ogni 100.000 abitanti, seguono gli USA con 170, il Brasile con 159, Spagna e Messico con 162, Francia con 145 e così via. In realtà fino a qualche giorno fa in testa c’era la Gran Bretagna con 190 ma le morti sono crollate in gran parte grazie alla campagna vaccinale in quel paese.

Numeri poco chiari:

In data 10 aprile è stato comunicato che ci sono stati in Italia 719 morti precisando però che ai dati giornalieri erano stati aggiunti dei riporti (!), circa 300 della regione Sicilia. Che quindi non c’era da preoccuparsi, i morti sono sempre i “soliti” 400- 450 al giorno.

Numeri ballerini:

Non c’era neanche da preoccuparsi perché l’incremento dei contagi è in calo. Cioè il numero di contagi sta continuando a salire al ritmo di mediamente 15.000 casi al giorno, ma il ritmo di crescita è diminuito rispetto alle settimane precedenti. Ovviamente ci sono delle situazioni particolari che modificano i dati, il fatto che nel fine settimana e nei giorni di festa si fanno meno della metà dei tamponi. E quindi si trovano meno casi. Come diceva un capo di stato basta non fare tamponi e non ci sono malati. Sommare i dati dei fine settimana agli altri precedenti non è molto corretto. Più corretto il dato delle percentuali di malati sui tamponi che si fanno nei giorni della settimana ed anche nei fine settimana.

Numeri corretti:

Dei dati sarebbe il caso di avere delle soglie sotto le quali gli indicatori sono considerati efficaci, non solo l’indice RT. Come la soglia delle occupazioni delle terapie intensive.

Numeri e media:

I numeri vanno bene ma se ogni settimana i media pubblicassero le curve di crescita/decrescita settimanali, mensili e comparate con il 2020 utilizzando delle belle curve colorate di facilissima interpretazione (viviamo nell’epoca del digitale), ci sarebbe il vantaggio che i dati sono più significativi, danno una tendenza di carattere generale e si diminuirebbe l’ansia di dover leggere i dati ogni giorno.

Numeri fondamentali:

I dati fondamentali sono quelli dei vaccini somministrati rispetto alle classi di età della popolazione e la percentuale di quelli in arrivo su quelli promessi. Il 10 aprile il New York Times ha pubblicato la notizia della grande diminuzione di consegna dei vaccini della Johnson e Johnson su quelli attesi per problemi diversi, come l’incidente dell’aver mischiato gli elementi dei vaccini della Johnson e Johnson e quelli di AstraZeneca prodotte nella stessa fabbrica.

Numeri vaghi:

Queste informazioni, quale percentuale di vaccini dei vari tipi sono in realtà in arrivo, non vengono comunicate in modo chiaro, ogni settimana, allo stesso tempo vengono comunicati gli obbiettivi del raggiungimento dei 500.000 vaccini al giorno. L’annuncio che finalmente sono arrivati un milione di dosi della data ditta farmaceutica, come va interpretato? Dato che bastano per due giorni, ipotetici? I dati vanno collegati con i discorsi che si fanno.

Numeri aperti:

Un numero che viene sempre citato è: quando si riparte? E ci sono diverse linee di pensiero: quelli che vogliono chiudere sinché i dati non lo consentono e quelli che vogliono aprire per dare speranza. E in continuazione viene chiesto a chiunque capiti in un telegiornale o talk show quale è la data, domanda che viene posta anche e soprattutto a chi non sa nulla di medicina, statistiche, vaccinazioni e simili. Qualcuno ha redatto una statistica di quante ore di media e di pagine di giornali sono dedicati non alla corretta, semplice ed efficace informazione (per permettere a tutti di farsi una idea plausibile della situazione) ma alla chiacchiera su chi ha ragione o torto senza aver giustificazione alcuna?

Numeri probabili:

Ci sono poi i dati della probabilità, della frequenza. Quel vaccino è sicuro, quel vaccino non è sicuro? Che cosa è la probabilità? Secondo la definizione “classica” di probabilità di un evento è il rapporto tra il numero dei casi (s)favorevoli e il numero dei casi possibili. Quanti casi di trombosi su quanti milioni di dosi di vaccino? Avere un enorme beneficio per la comunità, avere la quasi totalità dei vaccinati ed immunizzati, è incomparabile con i pochissimi casi letali. Quello che viene detto con la frase “i benefici sono superiori ai rischi”, tenendo presente che non esiste nessuna cura, nessun vaccino, nessuna medicina che siano senza rischi. Su un bugiardino di un medicinale, anche non particolarmente complesso, si legge (tra gli effetti rari): istigazione al suicidio. Quale è la soglia di rischio ragionevole per una comunità consapevole? Ci sono già stati milioni di morti per il virus. Anche in questo caso la comunicazione è fondamentale.

Numeri fluttuanti:

L’EMA prima ha detto una cosa, poi ha cambiato. Ricordando che l’Unione Europea non ha il potere della gestione della salute dei singoli paesi, ognuno decide per conto suo. Come hanno fatto. I paesi sono sovranisti per la salute. Quindi si possono dare raccomandazioni, non ordini operativi.

Numeri etici:

Come avrebbe dovuto essere sin dall’inizio sulle vaccinazioni in Italia, quasi due milioni di vaccinati nella categoria “altri” su 12 milioni? Chi ha deciso a livello regionale o non ha deciso a livello nazionale sino al 9 aprile 2021 quali erano le categorie fondamentali per la vaccinazione sia a livello etico che a livello di diminuzione dei numeri citati all’inizio? Avevano capito quelli che hanno deciso o non deciso come la decisione di decidere/non decidere avrebbe mutato i risultati come è probabile che sia stato?

Numeri personali:

Numeri, in cui ogni numero riguarda persone che sono numeri ma sono persone. E la sanità, la medicina ha dovuto sempre muoversi tra il bene generale, il bene individuale, cercando di ottenere il miglior risultato possibile. Tenendo presente un fattore che è imponderabile ma decisivo: la questione etica. Ogni essere umano conta. E la deroga alle regole quali danni ha prodotto?

Numeri efficaci:

E’ possibile avere gratuitamente (bello quando si cerca una informazione su un giornale in rete, una informazione fornita da un ente pubblico sanitario per informare e poi il giornale pretende che ti abboni per conoscere quei dati!) le informazioni corrette, chiare, semplici, con una grafica efficace, aggiornata? Un vero servizio pubblico a disposizione della comunità? Sì, in Francia, e anche per tutto il mondo, se si visita il sito Covidtracker (vedi qui). Possiamo copiarlo anche in Italia? Lo usa anche il governo per comunicare. Lo hanno creato Guillaume Rozier e Elias Orphelin esperti di informatica e di gestione di dati. Il sito è diventato il sito di riferimento per Ospedali, medici, opinione pubblica e anche il governo. Con segnati in linea verde gli obbiettivi.

I numeri hanno una storia recente di poche migliaia di anni nella storia dell’umanità. Usiamoli in modo corretto ed efficace. Per dare speranza.