Caro Landini, perché
avete dimenticato
gli insegnanti?

Caro Maurizio Landini, segretario della Cgil e caro Francesco Sinopoli segretario della Flc Cgil scuola,

in questi giorni i sindacati, Cgil compresa, hanno contestato le norme proposte dal governo sullo smart working per i lavoratori del settore del pubblico impiego, chiedendo con determinazione che queste regole siano collegate a un rinnovo complessivo del contratto di lavoro e non imposte in modo unilaterale dal governo. Chiedono al ministro Didone cambiamenti. E minacciano scioperi. Giustamente, per quanto mi riguarda.

Eppure, questi stessi sindacati – compresa la Cgil a cui io stesso sono iscritto – per quanto riguarda il comparto scuola, con il loro assordante silenzio assenso, hanno permesso allo stesso governo di cambiare il contratto dei lavoratori, di fatto in modo unilaterale. Come? Accettando senza alcuna discussione l’introduzione da parte del governo, durante il lockdown, di quella Didattica a Distanza (Dad), che ora si chiama Didattica Integrata (Did). Che di fatto rappresenta lo smart working da parte di ogni docente italiano.

E ciò è avvenuto nonostante il contratto dei lavoratori della scuola sia bloccato da anni e anni. Tanto che soltanto calcolando il potere d’acquisto aumentato dall’inflazione, non vi è stato un aumento corrispondente neppure alla somma che gli stessi docenti iscritti, come il sottoscritto, alla Cgil pagano per la tessera sindacale. Non pare anche a voi che si stiano facendo due pesi e due misure?

E perché, secondo voi, avviene questo? Dobbiamo prendere atto che i sindacati si comportano in modo diverso a seconda che tu sia un lavoratore della scuola o di un altro comparto del pubblico impiego? O forse perché la scuola pubblica è già considerata, anche dagli stessi sindacati, come una scuola privata? O i suoi lavoratori non sono più considerati, neppure da voi sindacati, come lavoratori del pubblico impiego?

Grazie per la gentile risposta che, sono sicuro, farà piacere a tutti i docenti italiani per avere maggior chiarezza in questo periodo così difficile per tutti.