Cagliari, la sfida
di Francesca Ghirra
per un futuro vincente
Tre settimane dopo la domenica del voto europeo, molti cittadini sardi torneranno in cabina elettorale in tanti comuni grandi e piccoli, i più grandi Alghero, Sassari e, soprattutto, Cagliari, il capoluogo di regione, importante non solo per questo, importante anche per l’esperienza politica che la città ha vissuto negli ultimi anni, con la nascita e con la progressiva affermazione della giunta Zedda, risultato di scelte coraggiose e originali, qualcosa che accumunò Cagliari a Milano, dove il successo del sindaco Pisapia e del suo “laboratorio” fu garantito da un percorso caratterizzato dalla massima apertura dentro i confini del centrosinistra e dell’area progressista e riformatrice. A Milano si parlò di amministrazione arancione, per esemplificare colori e sfumature. A Cagliari un outsider come Massimo Zedda, trentacinquenne quando si candidò la prima volta come sindaco, vinse costruendo un’alleanza di volontà diverse, politiche o espressione di comitati civici, contribuendo alla affermazione di una cultura che anche alle europee ha condotto a un risultato positivo (Pd primo partito, coalizione di centrosinistra avanti).
Zedda si era candidato nel marzo scorso alla presidenza della Regione, per il centrosinistra. Sconfitto ma eletto consigliere (il secondo tra i più votati) aveva deciso di restare in consiglio e di lasciare l’incarico di sindaco. Conseguenza: prima il commissario e, il 16 giugno, le elezioni anticipate. Tre i candidati: Francesca Ghirra per il centrosinistra, Paolo Truzzu (militante di Fratelli d’Italia, ex Fuan che si fa ritrarre mostrando il bicipite sul quale compare tatuata un’evocativa scritta “Trux”) e Angelo Cremone, per la lista Verdes, riammesso dal Tar dopo un contenzioso circa la validità delle trecentocinquanta firme presentate. Sarebbe stato in gioco anche un altro competitore, Alessandro Murenu, a nome dei Cinquestelle, se il movimento non lo avesse bocciato dopo una inqualificabile “uscita” sui suoi social, quando aveva postato la frase: “Chiamare l’aborto un diritto della donna è come chiamare la lapidazione femminile un diritto dell’uomo”.
Francesca Ghirra, 40 anni, esperta di Urbanistica e Conservazione dei Beni culturali, è giunta alla candidatura dopo aver superato l’esame delle primarie del centro sinistra sfiorando il 55 per cento dei voti. Soprattutto dopo una importante prova amministrativa con Zedda sindaco, prima come presidente della commissione cultura, poi come assessora all’Urbanistica e alla Pianificazione strategica (l’inizio fu come consigliera nella circoscrizione di Sant’Avendrace, quartiere popolare affacciato sullo stagno di Santa Gilla dal Colle di Tuvixeddu, che ospita la più importante necropoli punica del Mediterraneo). Settori fondamentali, cultura e urbanistica, come può comprendere chi conosca Cagliari: per il futuro di una città, che vive di una straordinario patrimonio artistico (basterebbe pensare alla ricchezza spesso ignorata dei suoi musei) e di altrettanto cospicue risorse monumentali e ambientali (per la complessità morfologica e architettonica, per il rapporto tra il mare, il centro storico e l’entroterra, tra aree naturali e aree produttive, industriali o artigianali).
L’amministrazione Zedda ha avuto il merito, riconosciuto, di avviare un lavoro, restituendo ai cagliaritani (e ai turisti) luoghi della città (basterebbe pensare alla passeggiata lungo il mare al Poetto, alle piazze del centro storico, alla zona dei musei e ai giardini attorno, al porto), con segni di vivacità e di dinamismo, con iniziative che hanno coinvolto giovani e vecchi. Si è insomma ricostruito lo spirito di una comunità che ha ritrovato tra le mura e le case una propria identità.
Molti sono ancora i temi aperti e molti sono gli obiettivi che la candidata sindaca si è data (sarebbe la prima donna sindaca a Cagliari). Molti dovrebbero figurare nel capitolo “riqualificazioni”: il centro storico ancora, il quartiere Sant’Elia, il lungomare, il porto per la piccola pesca, il nuovo stadio, il quartiere Sant’Avendrace (il primo traguardo di Francesca Ghirra assessora, quando, nell’estate del 2016 “conquistò” diciotto milioni dal bando nazionale per le periferie, promosso dal governo Gentiloni, progettando un Parco ambientale e sportivo e un intervento di edilizia pubblica), il carcere del Buoncammino (che potrebbe diventare un centro polifunzionale tra albergo, residenza studentesca, centro culturale), l’ex caserma Ederle (che dovrebbe diventare una sorta di villaggio residenziale per lo sport e il turismo). C’è una questione che sta particolarmente a cuore a Francesca Ghirra. Lo ha sintetizzato così in una intervista radiofonica: “Penso che sia fondamentale rivedere il sistema dell’Edilizia Residenziale Pubblica. Circa un quarto delle famiglie cagliaritane vive in alloggi di proprietà del Comune e della Regione, realizzate sino agli anni 80, ma che di fatto sino al nostro arrivo non hanno mai avuto una manutenzione e a cui serve restituire qualità. Disponiamo poi di un patrimonio non più utilizzato che può ritrovare una funzione residenziale, sia nel centro storico che nel resto dell’area metropolitana”.
Il cammino è segnato anche sulla linea di un forte rigore morale, che ha visto Zedda e gli amministratori del centrosinistra negli ultimi otto anni rinunciare alle auto blu, ridurre fortemente i costi della politica, evitare persino il sospetto di cliebntelismo e cattiva amministrazione. Questo cammino non andrebbe interrotto, come pare promettere invece il candidato del centro destra, Truzzu, il quale ha già in campagna elettorale messo in discussione la pedonalizzazione di alcune aree del centro storico. Candidato a sua insaputa. La scelta maturata ad Arcore da parte di Fdi, Lega e Forza Italia l’ha colto di sorpresa. Ha lui stesso rivelato: “L’ho appreso in maniera indiretta, so che il mio nome circolava ma non me l’aspettavo”. Ligio alla Meloni, ha un debole per Salvini, “uno dei leader politici più amati dalla popolazione”. E apre il proprio blog con una immagine dei suoi tre elettori: la Meloni, Berlusconi e in primo piano proprio Salvini. Salutati da un eloquente: “Un nuovo umanesimo per il centrodestra”. Un centrodestra che nel suo candidato si richiama in modo inedito al fascismo, così che per la città si pone di nuovo al centro il tema della difesa della Costituzione e dei valori fondamentali della democrazia, difesi in modo esplicito dalle giunte di centrosinistra con le loro politiche di inclusione e di apertura.
Chi vincerà? Francesca Ghirra ha a suo sostegno sette liste affollate da giovani e donne. E’ sostenuta da Campo progressista, Partito democratico, Centro democratico di Bruno Tabacci e da tutte le sin qui frammentate anime della sinistra (da Liberi e Uguali a Possibile, da Socialisti e ambientalisti, da esponenti del Manifesto ad Articolo uno fino a militanti di movimenti e partiti del disperso arcipelago comunista). Nelle sue liste anche esponenti dell’indipendentismo contrari alla deriva leghista del Psd’Az. La storica dell’arte esperta di Conservazione dei Beni culturali può guardare al voto con fiducia: alle spalle, oltre ad anni di buon governo, ci sono il fresco risultato delle europee e prima quello delle regionali, che proprio a Cagliari hanno visto il centrosinistra prevalere su un centrodestra vincente in Regione ma già in crisi: per fare la Giunta sono stati necessari al governatore Solinas quasi tre mesi (Salvini di persona aveva garantito la soluzione in quindici minuti).
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