Berlusconi è sponsor delle elezioni bis
Ci sarà anche il candidato premier misterioso e sorprendente il cui nome, parola di Berlusconi, sarà svelato prima del 4 marzo. E farà il botto. Un valore aggiunto formidabile, così dice sempre l’ex cavaliere, per convogliare alle urne enormi masse di elettori, desiderosi solo di farsi governare dal centrodestra. In attesa del colpo di scena c’è stata la squallida replica della firma di un altro patto con gli italiani, diciassette anni dopo il primo, a far da notaio sempre Bruno Vespa. Stesso studio televisivo, stessa scrivania, stessi protagonisti, più capelli per uno solo dei due, uguale la penna per mettere una firma “comprensibile, quelle degli altri non lo sono”. E forse, pensa lui, neanche le loro capacità di governo. Alleati e no.
Ma la frase chiave della serata, quella che lascia intendere la vera strategia di Silvio Berlusconi dal 4 marzo in poi, al di là di una coalizione fragile e ipotetici inciuci, è stata “se non ci sarà una maggioranza , si deve tornare al voto subito, e con questa legge elettorale, nei tempi più veloci”. Che succede? Il Rosatellum va bene? L’ineleggibile che ancora una volta accetterebbe di fare da sponsor e non da premier? Il generoso cavaliere che in nome dell’interesse “dell’Italia che amo” sceglie di tornare alle urne anche se lui sarebbe costretto ancora ai margini? Troppo generoso. Una situazione poco allettante per un attore che le parti da comprimario non le ha mai volute recitare.
Ma ci sono alcune scadenze che consentono affermazioni come quelle fatte nel salotto di Vespa. Nel giro di pochi mesi, probabilmente a maggio ma anche prima, con il Parlamento appena insediato ma altrettanto probabilmente senza un nuovo governo se il voto andrà come dicono i sondaggi, arriverà da Strasburgo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sull’ istanza presentata dall’ ex premier contro l’applicazione della legge Severino. Avendo scelto il grado più alto sarà definitiva, non appellabile. Se sarà positiva anche se non in tempi rapidi poiché per renderla esecutiva bisognerà prima modificare la Severino e quindi un Parlamento in grado di agire sarà necessario, si aprirebbe la possibilità di quella candidatura che Berlusconi nella nuova tornata elettorale fatta balenare proporrebbe al Senato, proprio nel ramo del parlamento che votò la sua decadenza. La rivincita.
Ma ci sono altre scadenze favorevoli al rientro in partita del capo di Forza Italia che lui ha ben presenti. La legge Severino prevede che un condannato torni candidabile, e possa perfino andare al governo, nel caso venga riabilitato. La riabilitazione su richiesta si può ottenere tre anni dopo avere scontato la pena, in questo caso dall’8 marzo di quest’anno. Tra pochi giorni. Sarà presentata un’istanza che il Tribunale di Milano dovrà vagliare. C’è ancora un processo pendente (il Ruby-ter), è vero, ma sulla decisione dei giudici influisce anche la condotta tenuta negli anni dal condannato che fa richiesta di riabilitazion. I suoi avvocati rimarcano ad ogni occasione quanto sia stata rispettosa ed adeguata ad ottenere la riabilitazione avendo date prove effettive di buona condotta.
La legge Severino, inoltre, prevede che la ineleggibilità decada a sei anni dalla sentenza definitiva. La Cassazione condannò in via definitiva Berlusconi il primo agosto del 2013 e il Senato votò la decadenza in novembre. Fatti due conti, tra poco meno di un anno e mezzo, il capitano di Arcore potrebbe tornare a pieno titolo alla guida della sua squadra. Certo a quasi 83 anni… ma la rivincita non ha prezzo e non ha età. Che poi il Paese vada a rotoli per gli interessi di uno solo poco importa.
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