Berlusconi filo-Putin: il Ppe lo sfiducia e avvisa Meloni

“A seguito delle osservazioni di Silvio Berlusconi sull’Ucraina abbiamo deciso di annullare le nostre giornate di studio a Napoli. Il supporto per l’Ucraina non è facoltativo”. Il twitter del presidente dei popolari , il tedesco Manfred Weber, boccia senza appello i tentativi di questi giorni di ridimensionare e di interpretare come un comune sentire le parole del leader di Forza Italia che domenica, all’uscita dal seggio elettorale, si era lasciato andare ad esternazioni che, sarà anche vero che molti in Italia e non solo cominciano a vivere come un peso il sostegno a Kiev della comunità internazionale, non sono accettabili dal capo di uno dei partiti che compongono la coalizione di governo. Anche se poi, al momento del voto sulle azioni di sostegno a Zelensky, finora non c’è stata spaccatura ma solo una tensione evidente anche se mascherata con la presidente del Consiglio. E la sparata filo Putin non è che abbia aiutato.

L’ambiguità di Forza Italia

tajani berlusconiPreoccupano gli alleati europei, gli esponenti della casa europea del centrodestra, le esternazioni dell’anziano ma irriducibile amico di Putin e fanno temere un possibile cambio di rotta di un esecutivo che finora ha sempre sostenuto la resistenza degli ucraini all’aggressione di Mosca. Lo stesso Weber ci ha tenuto a sottolineare che “Antonio Tajani e Forza Italia hanno il nostro sostegno e proseguiamo la collaborazione con il governo italiano sui temi della Ue” mentre confermava che il sostegno al Paese invaso non poteva essere considerato un optional. Le gaffes e le parole di Berlusconi da una parte, stigmatizzate in modo netto e deciso, dall’altra la cima di salvataggio al governo Meloni forte nei numeri ma con i protagonisti in preda all’esibizionismo più sfrenato. Ed innanzitutto al ministro degli Esteri, Tajani, uomo da sempre alla destra del padre politico che però al momento rappresenta la parte razionale che da un momento all’altro può cedere.

 

Lo stato maggiore azzurro ovviamente è sceso in campo compatto per difendere il gran capo. “Berlusconi è Forza Italia. Forza Italia è Berlusconi. Non condivido la decisione di rinviare la riunione di Napoli. Anche perché Berlusconi e Forza Italia hanno sempre votato come il Ppe sull’Ucraina”. Dal partito, per bocca di Licia Ronzulli e Alessandro Cattaneo, i capigruppo, arriva una presa di posizione netta. “Ci auguriamo, innanzitutto come italiani, il chiarimento del malinteso e un ravvedimento di Weber al quale chiediamo di non intervenire più. Il tema non è l’annullamento degli ’Study Days facendo un torto al partito e all’Italia ma anche la volontà di entrare nella vita interna di un partito, imponendo o escludendo i leader dello stesso”.

L’ex premier ha replicato criticando, indossando gli abiti del vecchio saggio, i vertici del Ppe. “Con il mondo sull’orlo di una guerra nucleare tra Russia e Paesi Nato (notizia esclusiva  da Mosca?) io vengo criticato perché sto chiedendo che insieme ai sostegni per l’Ucraina si apra immediatamente un tavolo per arrivare alla pace” attorno al quale i posti srmbrano già assegnati tra la squadra dell’incudine e quella del martello. Visto l’ascolto che ha al Cremlino, oltre a impartire lezioni al presidente ucraino, sarebbe il caso che questa sollecitazione la rivolgesse anche a Putin in nome della solida consuetudine, non amcizia perchà da quelle parti le amicizie sono rare e sempre interessate.

La reazione dei popolari europei

Insomma, secondo i forzisti, Berlusconi si può consentire di fornire una versione putiniana della guerra e di indicare ad un capo di stato aggredito conberlusconi tutto il suo popolo la via d’uscita, cioè la resa in cambio di finanziamenti per la ricostruzione arrivando a giudicare molto negativamente, in modo sprezzante, “il comportamento di questo signore” che ha osato opporsi all’amico Vladimir…. A proposito di ingerenze.

La variabile senza controllo Berlusconi, troppe volte subita, non piace dunque ai sodali popolari europei, pare innanzitutto a quelli del Nord e dei Baltici che avrebbero fatto forti pressioni per ottenere la cancellazione del summit previsto a Napoli nella prima decade di giugno, dal 7 al 9, ed a cui avrebbero dovuto partecipare i vertici Ue, dalla presidente della commissione europea, Ursula von der Leyen alla presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, ai rappresentanti dei singoli paesi dell’Unione tra cui lo stesso Berlusconi. Un primo incontro dei popolari, la prima formazione politica a Strasburgo, per l’avvio della strategia per la campagna elettorale in vista delle Europee del 2024. Si farà in un altro Paese. dove la coalizione al governo dia segnali di maggiore sintonia. La fuga in avanti per interesse personale meglio rinviarla ad altra epoca.