Avete visto quelli di LeU da qualche parte?

Ho speso qualche parola, di troppo, dicevano alcuni, per criticare LeU durante la campagna elettorale. Scelta della leadership, corsa alla candidatura di tutta la nomenklatura, esclusione di candidati eccellenti, come il medico di Lampedusa, collocazione infelice per Anna Falcone e Maria Cecilia Guerra, assenza di una linea elettorale tranne la polemica quotidiana con Matteo Renzi. Alla fine quelli che dovevano essere eletti e che solo di questo si sono occupati, sono stati eletti, per il resto tutto in cavalleria. Progetti futuri, l’impegno di migliaia di militanti, il sogno di un’altra sinistra.
Un silenzio tombale avvolge questa nuova fusione fredda nella sinistra. Ogni tanto qualcuno fa un cenno a un partito futuro e ad assemblee che dovranno essere convocate ma LeU, così come il Pd, ha messo in frigo la sconfitta. Nessun leader ne parla, nessuno si assume responsabilità, nessuno sa che cosa fare. C’è solo Enrico Rossi che propone la sua idea di una rifondazione socialista dell’aggregato fuoriuscito dal Pd. Altri aspettano che nel Pd vinca un candidato avverso a Renzi per poter trattare con lui le candidature in caso di elezioni anticipate.
Tante scissioni sono finite male. Finì male quella del Psiup in cui confluirono tutte le anime ribelli del Psi, compresi i cosiddetti “carristi”, cioè i sostenitori dei carri armati russi nell’Ungheria del 56, ma fu un fiorire di cento fiori con riviste, idee, di personalità sensazionali. Un partito che durò poco ma che fece molto rumore, attrasse giovani (Rostagno e Bobbio, capi del 68, erano nella segreteria giovanile), e che venne trattato come un parente non amato dal più forte Pci. Poi una bella botta elettorale chiuse la partita e una parte entrò nel Pci e altri proseguirono per tante strade.
Ho scarsi ricordi del Pdup, non ero con loro, ma ricordo che anche lì si raccolsero teste eccellenti e militanti coraggiosi. Si potrebbe continuare e persino giocare con le micro-scissioni.
Solo Articolo1, e quindi LeU, non sono mai stati un “frutto della passione”. Per due ragioni: perché mentre erano chiare le ragioni della separazione dal Pd, era del tutto campato per aria il progetto futuro. La seconda ragione è che non si può fare una scissione senza che il gruppo dirigente sia generoso e metta a rischio anche il proprio futuro.
Ho conosciuto compagni del Psiup, intellettuali, giornalisti, dirigenti (non faccio nomi sono centinaia) che si imbarcarono in quella separazione dal Psi con un Pci occhiuto e diffidente mettendosi in discussione. Erano persone semplicemente eccezionali. Articolo1 è stata una scissione, per così dire, “sminchiata”, un fotogramma di un film di Nanni Moretti.
Vedo che in questi giorni molti dirigenti di LeU sono prodighi di consigli verso la sinistra Pd. Desistete. Riduciamo il danno.