Auto elettriche: è il “momento Kodak”

Il 2019 sarà, nell’Europa del Nord, il “momento Kodak” dell’industria petrolifera: gli economisti applicano ora alla filiera dei combustibili fossili questa definizione. Il colosso fotografico era leader nella produzione di pellicole e, già nel 1975, aveva messo a punto la macchina digitale. Non aveva tenuto conto, tuttavia, delle tecnologie che pure aveva a portata di mano e delle scelte dei consumatori, così nel 2012 vi fu il crollo.

Temendo una fine simile, i costruttori di auto, che della filiera sono tra i maggiori beneficiari, saltano senza indugi sul carro del trasporto elettrico: da questa settimana la svedese Volvo produrrà solo modelli elettrici (ibridi o del tutto a batteria). La Jaguar Land Rover farà lo stesso dalla fine dell’anno. La tedesca Volks Wagen, dati e progetti alla mano, ha annunciato nel bilancio di fine anno che diventerà leader mondiale nella produzione dei veicoli elettrici entro il 2025.  La britannica Aston Martin fa uscire tra poco la sua RapidE e già gli appassionati di James Bond si chiedono sui social se al servizio di sua maestà, sul grande schermo, vi sarà nel prossimo film anche un’auto senza emissioni.

L’Europa del Nord guida, per produzione, ricerca e vendite, il processo di tutta l’Unione in quattro settori chiave della mobilità sostenibile: l’elettrificazione, la guida autonoma, la condivisione delle vetture, che saranno sempre meno di proprietà di singoli, e infine la connessione tra auto lungo snodi e percorsi comuni. Tramonta la convenienza del combustibile e anche quella della guida individuale e umana. Per realizzare tutto questo i Paesi del Nord stanno costruendo le infrastrutture necessarie.  Ora la Norvegia è certamente il Paese più avanzato. Si è provveduto da tempo ai punti di ricarica, alle strade più adatte, ai nuovi piani del traffico che, con le auto elettriche e a guida autonoma, dotate quindi di maggiori informazioni, cambiano i flussi della mobilità.

L’Unione Europea, in questi giorni, ha raggiunto l’accordo sull’abbattimento delle emissioni delle auto del 37,5 per cento in dieci anni. L’obiettivo potrebbe essere centrato ben prima, anche per una serie di leggi economiche.

Uno studio della Georgetown University uscito a dicembre (a cura di Reda Cherif, Fuad Hasanov e Adiyta Pande) dimostra come, in uno scenario di cambiamento veloce, nel 2042, il 93% dei veicoli, negli Stati Uniti e in Europa, sarà elettrico. Secondo una traiettoria di adattamento lento sarà il 40%. Gli studiosi propendono per un mutamento rapido e basano questa affermazione su altri strumenti di lavoro e comunicazione che si sono diffusi prima del previsto, i cui prezzi sono scesi molto alla svelta e che sono stati adottati largamente anche dai poveri. Un caso è quello del telefono cellulare. Nel 1980, quando erano ingombranti, costosi e di breve durata quanto a batteria, gli esperti prevedevano che in futuro vi sarebbero stati in giro non più di 900.000 esemplari. Oggi vi sono più Sim che persone, per un totale di 7,7 miliardi di sottoscrizioni alle telefonia mobile.   L’altro caso è la rapidità con cui, agli inizi del 1900, le automobili rimpiazzarono i diversi tipi di carri trainati da cavalli. “E’ accaduto in soli 10, massimo 15 anni”, scrive Fuad Hasanov, economista del Fondo monetario internazionale. E’ pur vero che non tutti coloro che rinunciarono ad usare il cavallo non comprarono subito un’auto, non se lo potevano certo permettere, ma tutti si orientarono a muoversi e a muovere le merci con mezzi veloci, pubblici o privati.

Naturalmente l’Europa del Nord se la deve vedere con una concorrenza statunitense e cinese da paura. Pechino ha già annunciato che bandirà a breve tutti i veicoli a benzina e diesel e già oggi la sua industria offre quaranta diversi modelli elettrici. Quanto agli USA, il presidente di Tesla, Elon Musk, sarà anche imprevedibile nelle esternazioni, ma certo la scorsa settimana si è dimostrato, una volta di più, oculato nelle scelte. Ha rafforzato il consiglio d’amministrazione di Tesla con Larry Ellison, co-fondatore di Oracle, terzo produttore al mondo di software, e con Kathleen Wilson-Thompson, già capa globale delle risorse umane della compagnia distributrice di prodotti per la salute Walgreens Boots Alliance. Wilson-Thompson è una delle poche donne nere ad aver raggiunto una posizione così potente.

Il 7 gennaio ricorrono 76 anni dalla morte di Nikola Tesla, il visionario scienziato nato in Serbia nel 1856. Morì  a 86 anni, nel 1943, povero e in solitudine, in un albergo di New York. Eppure aveva raggiunto la notorietà e il rispetto scientifico mondiale per aver prodotto il primo motore a correnti alternate, sviluppato la comunicazione senza fili a lunga distanza e depositato 300 brevetti utili e innovativi. Da Edison a Marconi, molti scienziati e imprenditori poterono mettere a frutto gli studi e i prototipi di Tesla. L’uomo che, secondo molti, ha inventato il ventesimo secolo oggi avrebbe, finalmente, molti motivi di ottimismo.