Amministrative 2023: cresce l’astensione e si ritorna verso uno schema bipolare
Il campo d’indagine di questo primo (molto approssimativo) schema di analisi sulle elezioni amministrative svoltesi tra il 14 e il 15 maggio 2023 riguarda i voti ottenuti dai candidati sindaci nei tredici comuni capoluogo sparsi in molte regioni d’Italia, escluse quelle a statuto speciale dove si voterà in altra data. Lo scopo è quello di verificare alcuni elementi che normalmente nella logica del contare le vittorie e le sconfitte vengono disattesi.
Cresce l’astensione
In primo luogo, si conferma la tendenza alla crescita dell’astensione che, in questo caso, sembra essere l’elemento prevalente del fenomeno della volatilità elettorale (si cambia lista più difficilmente rispetto al recente passato e quando lo si fa si passa dal voto all’astensione). Nelle precedenti elezioni amministrative (svoltesi nei Comuni presi in esame) si ebbero (per i candidati sindaci) 537.054 voti validi pari al 58,06%; nelle elezioni politiche 2022 i voti validi crebbero fino a 560.865 (65,19%, da tener conto che nelle elezioni politiche le liste degli aventi diritto sono depurate dagli elettori residenti all’estero).
Nelle amministrative 2023 i voti validi per i candidati sindaci sono stati 518.416 pari al 56,02% dell’intero elettorato. In sostanza abbiamo verificato una flessione di 18.999 voti validi fra un’elezione amministrativa e l’altra e di 42.449 voti validi tra le elezioni politiche 2022 e quelle amministrative 2023 (in percentuale rispettivamente meno 2,04% tra le due tornate amministrative e 9,17% tra politiche e amministrative).
Il ritorno dello schema bipolare
Inoltre, è da notare come si stia ormai definendo meglio lo schema bipolare che appare consolidarsi anche con una certa fidelizzazione dell’elettorato. E gli scostamenti maggiori si verificano all’interno dei principali poli d’attrazione: i sindaci di riferimento delle forze di centrosinistra avevano ottenuto nella precedente tornata amministrativa 175.216 voti (18,94% sull’intero corpo degli aventi diritto), nelle elezioni politiche le forze raccolte attorno all’alleanza con il PD avevano ottenuto 159.769 voti (18,57% sempre calcolato sull’intero corpo elettorale), nelle amministrative 2023 i candidati sindaci del centro-sinistra (in cinque casi alleati anche con i 5 stelle e in altri con i centristi) hanno avuto 199.459 voti (21,55% sul totale degli iscritti nelle liste: un incremento del 2,61% tra un’elezione amministrativa e l’altra e del 2,98% rispetto alle politiche).
I candidati sindaci del centrodestra hanno usufruito della consueta più netta ed omogenea profilatura partitica dello schieramento (naturalmente in questo caso parliamo di schieramento elettorale). Nella precedente tornata amministrativa i sindaci del centro-destra avevano ottenuto 227.933 suffragi (24,64% sul totale degli aventi diritto); nelle politiche 2022 il centro-destra ha ottenuto 225.366 voti (26.19% sempre in riferimento al totale del corpo elettorale). Amministrative 2023: i sindaci del centrodestra (compresa la candidatura Scajola a Imperia dove non erano presenti simboli di partito) hanno ottenuto in totale 251.511 voti (27,17% sull’intero corpo elettorale.
In conseguenza il centrodestra ha incrementato del 2,53% tra i due turni amministrativi e dell’1,02% tra politiche 2022 e amministrative 2023). IL M5S ha presentato propri candidati sindaci in otto città (in diversi casi in alleanza con soggetti della sinistra radicale) ottenendo 13.017 voti (1,40% sul totale degli aventi diritto); nelle precedenti amministrative il MoVimento aveva presentato candidati in dieci comuni ottenendo 103.840 voti (11,37%; tra le due tornate amministrative il calo è stato del 9.93% sull’insieme del corpo elettorale) Nei comuni dove si è votato per le amministrative il M5S aveva ottenuto alle politiche 68.309 voti (7,94% sul totale degli iscritti). In quattro città (Brindisi, Pisa, Terni e Vicenza) si sono presentate candidature da parte di forze di sinistra (PaP, UP) non collegate al centrosinistra per un totale di 7.615 voti (0,82% sul totale; nelle elezioni politiche Unione Popolare aveva ottenuto 8.751 suffragi (1,02% sull’insieme del corpo elettorale).
Si arresta la volatilità elettorale
Riassumendo, attorno a questi primi dati si può rilevare un dato di “arresto” della volatilità elettorale mentre aumenta la tendenza astensionista (ormai smentita la tesi per cui le elezioni comunali risulterebbero maggiormente attrattive per elettrici ed elettori per via della vicinanza dei problemi affrontati dai Comuni al riguardo del territorio); poi che si consolida la tendenza bipolare con un più forte radicamento del centrodestra derivante dal tipo di presentazione maggiormente caratterizzata dalla presenza costante dei simboli di partito e che i sindaci candidati come “civici” hanno ottenuto 46.426 voti (candidature diverse presentate in dodici comuni, percentuale sul totale degli iscritti del 5,01%). Salvo il già citato Scajola nessuno/a tra queste candidature è riuscita a piazzarsi almeno al ballottaggio.
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