Alt alla cessione del credito e Superbonus svuotato: la promessa tradita di Meloni

La volontà era già chiara da tempo, da quando il ministro Giancarlo Giorgetti se ne uscì dicendo che la cessione del credito era una possibilità, non un diritto. Nei fatti, poi, la cessione del credito nell’ultimo anno e mezzo è diventata pressoché impossibile per tutti coloro che hanno iniziato in ritardo i lavori o non sono riusciti ad agganciare le disponibilità di qualche istituto di credito. Dunque il governo Meloni, con l’approvazione del decreto legge n. 11/2023, non fa altro che formalizzare una situazione fin troppo chiara da mesi, mandando definitivamente in soffitta la possibilità della cessione dei crediti fiscali derivanti da ristrutturazioni immobiliari.

Stop al finanziamento cantieri con Superbonus 110%
Stop al finanziamento cantieri con Superbonus 110% (ph Maurizio Maule / Agenzia Fotogramma)

Il 110% di fatto non esiste più

Si può affermare, senza tema di smentita, che il Superbonus, cessando la possibilità di trasferire il credito, così come l’abbiamo conosciuto fino ad oggi non esiste più. Rimane in vita in modo diverso, rivolto a chi è ricco, a chi è capiente, a chi, in ultima analisi può permettersi di detrarre le spese sostenute nella propria denuncia dei redditi. Sono questi soggetti molto fortunati, perché si risparmieranno la pietosa questua di molti comuni mortali, i quali negli ultimi mesi si sono rivolti a uno sportello bancario, ricevendo in molti casi dei no. In altri casi, seppur minori, una disponibilità di massima ma a caro prezzo, come giusto si conviene a chi fa della finanza il suo mestiere.

Superbonus, manifesto di Meloni
In campagna elettorale FdI diceva ben altro….

A rendere reietto agli occhi dei professori e dell’Europa il Superbonus non sono state le truffe, che hanno riguardato per la maggiore altri bonus. No, il punto è proprio la cessione del credito, che ha scassato i conti pubblici, facendo aumentare in modo abominevole il deficit non producendo, almeno secondo alcuni, nessun beneficio né in termini di miglioramento energetico dei nostri edifici, né di aumento di introiti fiscali.

Nell’intento originario questo strumento doveva permettere di rendere democratico il sogno di rifarsi una casa nuova senza averne, però, la possibilità economica, fosse essa reale o presunta.

Permettendo, infatti, a chi pagava poche tasse di trasferire il proprio credito a banche, fornitori o altri soggetti interessati. Che poi anche questo è tutto un dire, visto che nel nostro paese, pagare molte tasse non è certo sinonimo di essere molto ricco. Cosicché si è assistito a cose assai curiose come l’evasore incallito, nullatenente agli occhi del Fisco ma con materassi molto pieni di contante, il quale si è fatto la casa nuova facendosela pagare, sotto forma di cessione del credito, da quella stessa collettività derubata dell’obolo da lui dovuto sotto forma di tasse.

Il governo ferma anche Regioni e Enti locali (e ha fatto bene)

Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti (ph Massimo Alberico / Agenzia Fotogramma)

Come se non bastasse, in questo vortice di soldi pubblici e, quindi, di nessuno, ci si sono messi pure gli Enti locali i quali, o per fede o per reale altruismo, hanno teso una mano alle banche liberandole in parte dall’ingombrante fardello dei crediti acquistati. In tal guisa hanno permesso loro di spalancare di nuovo i cordoni della borsa, e fare ricominciare da capo il circo dell’acquisto di nuovi crediti, a favore di sognanti ma poco capienti, per lo meno fiscalmente, contribuenti. Il risultato di questi acquisti, se imitati da molti altri, avrebbe comportato un aumento vertiginoso del debito di Comuni e Regioni, i quali a fronte di denaro fresco tirato fuori subito, si sarebbero ritrovati crediti da spalmare in un arco di almeno un lustro, esposti anche al rischio di eventuali sequestri. Un Comune che diventa banca esso stesso, usando soldi sottratti alle già esangui casse pubbliche, inadatte in alcuni casi persino a comprare la carta nelle scuole.

Credito nella dichiarazione dei redditi ma pochi potranno sfruttarlo

Scoccia dirlo, ma ben ha fatto il governo Meloni a impedire a scriteriati amministratori locali di trasformarsi in improbabili speculatori finanziari, pronti a raccattare un po’ di consenso ma a caro prezzo. Per il resto, invece, il decreto serve a ben poco.

Ed ecco il proclama della Lega in campagna elettorale, il partito del ministro Giorgetti…

Aggiunge un elenco di documenti da avere per evitare problemi in caso di contestazione. Documenti, però, che perlomeno le banche già da due anni richiedono. Non risolve, invece, il problema dei sequestri penali che, documenti o meno, possono essere sempre fatti qualora l’autorità giudiziaria ravvisi il pericolo di perdita dei crediti ceduti.

Quest’ultimo aspetto è quello che, nei fatti, ha rallentato e di molto, negli ultimi mesi, gli acquisti da parte degli istituti di credito.

Dunque la bella favola è finita e la realtà ritorna a essere quella di sempre, dura e spietata. Da oggi si torna all’antico, con i bonus da scontare nelle dichiarazioni dei redditi. Chi incolpevolmente paga poche tasse se ne farà una ragione e si terrà bollette astronomiche. Chi, invece, colpevolmente di tasse ne paga poche, inizierà ad aprire i materassi, se vorrà rifarsi casa nuova, come è giusto che sia.