A novembre Roma si veste di jazz
“No borders”, festival senza confini
Serata di grande jazz il 3 ottobre al Parco della Musica di Roma, ideale per celebrare questa musica nella sua essenza più pura e nella sua rappresentazione più classica: il jazz trio guidato da un pianista e la grande musica afroamericana nelle sue varie espressioni, dagli standard allo strumentale più profondamente hard-bop, dal mainstream alla improvvisazione.
Il concerto del trio composto da Brad Mehldau (pianoforte), Larry Grenadier (contrabbasso) e Jeff Ballard (batteria) è stato piacevole ed impeccabile, comunicativo ed artisticamente di elevatissima qualità, con tre leader al proscenio, nessuno di loro catalogabile come comprimario.
Il trio jazz

Con incredibile naturalezza, eccellente perizia ed invidiabile capacità di interplay i tre artisti hanno suonato per circa due ore, deliziando il pubblico con esecuzioni di brani originali del pianista (oltre vent’anni fa presentato ad Umbria Jazz come rivelazione degli anni ‘90 del jazz americano) e riletture di classici senza confine di genere, interpretazioni mai banali di evergreen del songbook americano (“Young And Foolish”) e pietre miliari del rock (“Hey Joe” di Jimi Hendrix) riviste ed interpretate con gusto dell’innovazione.
A novembre Roma suona il jazz
Ed il successo del concerto suona come viatico ideale al prossimo Roma Jazz Festival, succosa occasione per gli appassionati, romani e non, per vedere ed ascoltare alcuni dei migliori esponenti del jazz di ieri ed oggi, fra classici e novità assolute.
Un Festival che, teso idealmente e concretamente a marcare la rottura dei confini fra i generi ed i popoli (il suo titolo è “No Borders” migration & integration), apre all’inizio di novembre con un concerto dei Radiodervish, formazione italo-palestinese attiva da più di venti anni, e continua per tutto il mese con interessantissime serate ed interpreti da tutto il globo, fra l’Auditorium ed altri luoghi sparsi in città.
Da Archie Shepp a Paolo Fresu

Si parte all’inizio di novembre e si prosegue per tutto il mese, con grandi interpreti vocali (Dianne Reeves), mitici eroi della musica di rottura degli anni ’60 (Archie Shepp), icone della lotta per l’emancipazione africana (Abdullah Ibrahim) e significativi interpreti delle fresche correnti del jazz italiano di oggi (Federica Michisanti, Roberto Ottaviano) e di sempre (Paolo Fresu).
E si punta a coinvolgere gli appassionati ed i neofiti, a rimarcare ancora un ruolo importante della musica nella realtà globale del nostro mondo. Quello di unire, aggregare, dare respiro alle idee più differenti e proporle senza soluzione di continuità, senza barriere identitarie e inutili confini geografici.
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