A Casal Bruciato
la sinistra c’è
Si chiama Nonnaroma

Fa un certo effetto leggere (su Rep, il meglio di Repubblica online) un commentatore del calibro di Stefano Folli che sostiene che il problema del PD di Zingaretti (e della sinistra in generale) è che non era/non è lì, a Casal Bruciato a contendere, a contrastare il territorio a Casa Pound. Il presidio del territorio non è materia di cui, di solito, si occupano i commentatori politici nazionali. Ma anche il mainstream, di recente, si è accorto che nelle nuove insorgenze politiche – sovraniste, razziste, prima gli italiani – le questioni sociali (abitative, economiche, lavoro, reddito, condizioni di vita, istruzione, accessibilità ai gradi alti del sapere …) hanno la loro significativa parte.

Ci vorrebbe un passetto in più: scrivere o leggere le cronache.  Perché in effetti la sinistra e il partito democratico a Casal Bruciato c’erano. Vicino alla famiglia bosniaca legittimamente assegnataria dell’appartamento Ater. Vicino anche alla sindaca Virginia Raggi, che ha fatto la scelta giusta.

Nonnaroma. Questo è un nome che vi dovete appuntare. Nonnaroma è una associazione che ha sede in via Prenestina a Roma e che, fra i compiti che si è data, ha la distribuzione dei pasti per chi ha bisogno. Italiani e non. Non bisogna presentare il passaporto. Bene, nonnaroma o Nonna Roma è un presidio nel territorio. Nonnaroma ha chiamato e tanti sono andati per far sentire la loro presenza e vicinanza, circo 400 persone.

Erica Battaglia, Pd, si è mossa per tempo e ha inviato un messaggio al proprio partito: “Dopo un’ora dal mio ritorno da Casal Bruciato, ancora penso che nessuna famiglia può essere trattata come quella rom legittima assegnataria di un alloggio popolare. Capisco la diffidenza, volendo la paura, ma la violenza no. Capisco anche che la parola ‘rom’ richiama antichi pregiudizi. Capisco anche che ci siano legittime domande e legittime perplessità, ma sto male. Ve lo dico sinceramente. Io, che ho sempre aiutato prima chi ha bisogno, aiuterò anche loro. Perché non è giusto che esseri umani siano trattati così, impedendo loro l’ingresso ad un alloggio, terrorizzando i bambini, usando violenza. Perché non è giusto non avere il diritto di uscire da quello schifo che sono i campi rom per avere una vita normale. Con l’acqua calda. Un letto. Una tv. Come tutti noi”. Aggiunge: “Domani ci sarà un presidio delle forze democratiche alle 16. Non ritengo rimandabile l’adesione delle persone per bene e del mio Partito”. Quando le ho chiesto di girarmi questo suo appello, ha aggiunto: “Poi il mio partito ha aderito e sono contenta”.

L’incontro di Papa Francesco con la famiglia Rom di Casal Bruciato

Quando a Casal Bruciato è andata, giustamente e coraggiosamente, nel suo ruolo istituzionale, la sindaca Virginia Raggi, ha trovato la solidarietà dei suoi avversari politici, consiglieri comunali, parlamentari, municipali, militanti comuni. Non solo del Pd, ovviamente, Marta Leonori e Stefano Fassina, solo per fare degli esempi. A compensare l’orrenda dichiarazione di Luigi Di Maio, per il quale non conta il diritto ma l’etnia.

Daniele Leppe è un avvocato, è una delle anime di Nonnaroma. È di Villa Gordiani come sono di Villa Gordiani tanti che adesso abitano a Casal Bruciato. Da avvocato difende con pubblico patrocinio gli sfrattati, senza chiedere il passaporto. E fra loro ci sono tanti italiani. Dopo le giornate drammatiche di presidio del territorio, di fronte alla aggressione di Casa Pound, ha scritto un lungo post su Facebook. Ne riporto alcuni passi: “È stata una giornata intensa, dai sentimenti contrastanti, difficile da raccontare e spiegare. Per quei strani meccanismi che si creano con i social network dalla mattina hanno cominciato a chiamarmi, scrivermi, per essere accompagnati a casa della famiglia rom di Casalbruciato, come se fosse nella mia disponibilità. Uno voleva fare una diretta radio mentre io stavo discutendo una causa in Corte di Appello. Oggi in piazza c’erano tanti/e compagni/e. Con alcuni di loro abbiamo preso strade politiche diverse e, per alcuni versi, antitetiche. È stato bello però ritrovarseli al proprio fianco in un momento difficile della nostra città. … invece che dietro molte delle iniziative, delle battaglie di questi giorni c’è stata nonnaroma, associazione di mutuo soccorso che opera a Roma a fianco dei poveri. Uno dei “nostri” oggi dorme a casa della famiglia rom per offrirgli un sostegno materiale fattivo (“cerca de nun magnatte le cose destinate alla famiglia”). Dopo i fatti di questi giorni mi auguro che la Procura della Repubblica valuti l’opportunità di aprire un’indagine nei confronti di tutti coloro che hanno commesso reati, dalla violenza privata alle minacce sino all’istigazione all’odio razziale. Il razzismo, il fanatismo, il fascismo si sconfiggono nelle piazze. Non c’è dubbio. Ma chi ha commesso reati non può continuare ad andare in giro impunito per la città a commetterne altri. Ad oggi la famiglia rom assegnataria vive in un appartamento privo di luce e gas. Mi chiedo come possa il comune assegnare una casa in queste condizioni. La faccia dello Stato non può essere rappresentata solo da un quartiere militarizzato”.

C’è un’altra contrapposizione rappresentata dall’articolo di Stefano Folli su Repubblica. La sinistra salottiera, dice, si è appassionata alla vicenda del Salone del libro invece di accorgersi di Casal Bruciato. Ecco, invece, come la pensa l’avvocato Leppe: “Mi piace pensare che la nostra battaglia di questi giorni a Roma sia legata a doppio filo con quella che Christian Raimo ha fatto, su altri fronti, contro la presenza della casa editrice Altaforte a Torino. Lui ha vinto. È stato un gigante. E ha dimostrato che la lotta paga. Sempre. Non ci saranno più Torre Maura a Roma. Torrenova, Casalbruciato e Torino insegnano che gli spazi si conquistano e si difendono nelle piazze e nei luoghi del conflitto. Non aspettando che la magistratura intervenga per sciogliere le organizzazioni fasciste. Ci si vede nelle piazze della nostra città ribelle e mai domata”.

Christian Raimo, peraltro, fa l’assessore in un grande municipio di Roma dove è altissima la concentrazione di case popolari. Roma e Torino. Periferie e Salone del libro. È la stessa battaglia, lo stesso presidio del territorio.